Caro Direttore, in queste giornate in cui tutti stiamo affrontando questa epidemia da coronavirus, ci troviamo ad essere bombardati da notizie a volte contraddittorie, ed a volte, fake news del tutto prive di fondamento. La situazione è grave e sarebbe irresponsabile sottovalutarla. Tuttavia il Presidente del Consiglio Conte, il Ministro della Sanità Speranza e tantissime altre persone – infettivologi di chiara fama, studiosi e ricercatori – in parte ci tranquillizzano. Alla condizione, che tutti osserviamo le norme previste da decreti governativi. Finora molti non lo avevano fatto. Perché? In quaranta anni di professione, come medico e psichiatra, ho capito alcune cose, che vorrei provare a trasmettere a tutti. Dinnanzi ad ogni cambiamento, tutti soffriamo d’ansia ( figuriamoci in questo periodo!). Noi conosciamo tre tipi diversi di ansia: 1) Ansie primitive: ( paura del fuoco, dei terremoti, delle epidemie, ed altro, cioè tutti i grandi sconvolgimenti). Questo tipo di ansia appartiene a tutta l’umanità : nessuno escluso.
2) Ansie che derivano dalla natura del lavoro. E pensiamo per un attimo a tutti gli operatori di sanità che, in questo momento, stanno in trincea, ad individuare tutti i soggetti infetti, a curare tutti i malati che si possono curare a casa ( con difficoltà a reperire mascherine e camici mono uso ). Tutte queste colleghi/ i sanno che potrebbero ammalarsi anche loro, ma non abbandonano il campo, tenendo per loro, custodendo dentro di sé tutte le ansie.
3) Ansie personali: sono inconsce e derivano dal nostro mondo interno e riguardano sia la nostra soggettività che il modo in cui siamo stati cresciuti. In questo periodo molto critico, purtroppo, questi tre tipi di ansia si incontrano e, in larga parte, si fondono. Il risultato è che la paura di un futuro che appare minaccioso fa fare cose insensate, come scappare da dove ci si trova o assaltare i supermercati per approvvigionamenti incongrui, o uscire da casa a vanvera. Quindi, quando i tre tipi di ansia si incontrano rischiano di generare angoscia ed il tutto diventa incontrollabile. Dobbiamo tutti lavorare affinché ciò non accada: le istituzioni, il governo, gli organi di informazione, i cittadini. Il messaggio è allo stesso tempo semplice e ineludibile: fermiamoci prima, fermiamoci ora. Dobbiamo coltivare la consapevolezza che tra poco arriveranno tempi migliori : se, appunto, tutti rispetteranno le regole.
* Psichiatra, analista, consigliere dell’Ordine dei medici di Roma e provincia
Se l’ansia diventa angoscia andiamo in tilt
Caro Direttore, in queste giornate in cui tutti stiamo affrontando questa epidemia da coronavirus, ci troviamo ad essere bombardati da notizie a volte contraddittorie, ed a volte, fake news del tutto prive di fondamento. La situazione è grave e sarebbe irresponsabile sottovalutarla. Tuttavia il Presidente del Consiglio Conte, il Ministro della Sanità Speranza e tantissime altre persone – infettivologi di chiara fama, studiosi e ricercatori – in parte ci tranquillizzano. Alla condizione, che tutti osserviamo le norme previste da decreti governativi. Finora molti non lo avevano fatto. Perché? In quaranta anni di professione, come medico e psichiatra, ho capito alcune cose, che vorrei provare a trasmettere a tutti. Dinnanzi ad ogni cambiamento, tutti soffriamo d’ansia ( figuriamoci in questo periodo!). Noi conosciamo tre tipi diversi di ansia: 1) Ansie primitive: ( paura del fuoco, dei terremoti, delle epidemie, ed altro, cioè tutti i grandi sconvolgimenti). Questo tipo di ansia appartiene a tutta l’umanità : nessuno escluso.
2) Ansie che derivano dalla natura del lavoro. E pensiamo per un attimo a tutti gli operatori di sanità che, in questo momento, stanno in trincea, ad individuare tutti i soggetti infetti, a curare tutti i malati che si possono curare a casa ( con difficoltà a reperire mascherine e camici mono uso ). Tutte queste colleghi/ i sanno che potrebbero ammalarsi anche loro, ma non abbandonano il campo, tenendo per loro, custodendo dentro di sé tutte le ansie.
3) Ansie personali: sono inconsce e derivano dal nostro mondo interno e riguardano sia la nostra soggettività che il modo in cui siamo stati cresciuti. In questo periodo molto critico, purtroppo, questi tre tipi di ansia si incontrano e, in larga parte, si fondono. Il risultato è che la paura di un futuro che appare minaccioso fa fare cose insensate, come scappare da dove ci si trova o assaltare i supermercati per approvvigionamenti incongrui, o uscire da casa a vanvera. Quindi, quando i tre tipi di ansia si incontrano rischiano di generare angoscia ed il tutto diventa incontrollabile. Dobbiamo tutti lavorare affinché ciò non accada: le istituzioni, il governo, gli organi di informazione, i cittadini. Il messaggio è allo stesso tempo semplice e ineludibile: fermiamoci prima, fermiamoci ora. Dobbiamo coltivare la consapevolezza che tra poco arriveranno tempi migliori : se, appunto, tutti rispetteranno le regole.
* Psichiatra, analista, consigliere dell’Ordine dei medici di Roma e provincia
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