Serve un nuovo decreto legge per la giustizia in emergenza coronavirus. A chiederlo al ministro Alfonso Bonafede è il presidente del Cnf, Andrea Mascherin: «E’ necessario provvedere a estendere a mezzo di un nuovo decreto legge, modificativo e abrogativo del dl n.11/2020 attualmente in vigore», ha chiarito. Dunque, la richiesta è di un «nuovo veicolo normativo» che sancisca in modo chiaro «la sospensione dei termini processuali a tutti i procedimenti» (come del resto prevedeva la relazione illustrativa alla legge di conversione del decreto legge 11/2020, pubblicata due giorni fa e che però non ha alcun valore normativo) e «fissi al tre aprile il periodo di sospensione delle udienze oltre altri relativi incombenti». La ragione della richiesta fatta pervenire a Via Arenula, ha spiegato Mascherin è «di evitare eventuali criticità interpretative e applicative di sorta». A maggior ragione dopo che il dl attualmente in vigore ha generato più di un dubbio nella sua concreta attuazione, soprattutto per quanto riguarda la sospensione dei termini. Da parte sua, il ministro Bonafede ha fatto sapere ieri che «consapevoli della rapidità con cui la situazione si sta evolvendo, non abbiamo mai abbassato la guardia e siamo già pronti a nuovi passi in avanti». Poi, ricordando le parole del premier Giuseppe Conte che ha invitato gli italiani a rimanere in casa solo per motivi urgenti o per lavoro, ha fatto sapere che i prossimi interventi in materia di giustizia «saranno contenuti in fonte primaria, probabilmente tramite decreto legge o emendamento in fase di conversione di un decreto già approvato». Via Arenula, dunque, è al lavoro e già nei prossimi giorni potrebbe portare in aula un nuovo provvedimento. Del resto, le problematiche da risolvere in merito alla sospensione del decorso dei termini non riguardano solo i settori civile e penale, ma anche amministrativo. Il Cnf ha fatto sapere di essere in contatto con Ocf e con le associazioni specialistiche di settore per monitorare la situazione relativa all’interpretazione del dl 11/2020, alla luce della controversa lettura data dalla commissione speciale del Consiglio di Stato. «Garantiremo la massima tutela dei colleghi, assieme al miglior funzionamento della giurisdizione», ha concluso Mascherin. A manifestare la necessità di un nuovo intervento legislativo è anche la nota congiunta di 26 procuratori generali, che hanno chiesto un incontro al ministro in merito ai «problemi sulle presenze del personale amministrativo nei tribunali e sul pericolo di contagio nei luoghi in cui si amministra la Giustizia». La situazione è stata descritta come «ogni giorno più pressante e di non facile soluzione», perchè «le disposizioni normative hanno ridotto a pochissime attività quello che è l’ordinario lavoro» e dunque «esponiamo ogni giorno un elevatissimo numero di persone all’obbligo di recarsi in ufficio a fronte di un’attività veramente minima». La richiesta unanime, sia da parte dei magistrati che degli avvocati, è dunque di sospendere in modo ancora più rigoroso l’attività nei palazzi di giustizia. L’ipotesi, dunque, dovrebbe essere quella di ovviare con strumenti telematici. Proprio in quest’ottica, la fondazione per l’Innovazione Forense, sta infatti predisponendo un tutorial per le udienze telematiche, mentre ul sito della FIIF saranno reperibili informazioni utili per l’ottimizzazione degli strumenti telematici.