Napoli è stata epicentro di una tensione altissima, nei primi giorni dell’emergenza coronavirus. Diventa luogo di esempio, modello di proficua sinergia fra magistrati e avvocati nel difficile tornante che alla giustizia tocca affrontare. Ieri mattina, dopo il diffondersi dell’allarme per il magistrato, in servizio presso la Corte d’appello partenopea, risultato affetto dal virus, e dopo la sospensione delle attività fino a lunedì per consentire la sanificazione del Palazzo di giustizia, si è tenuta una riunione straordinaria a cui hanno preso parte tutti i vertici degli uffici giudiziari napoletani, una delegazione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, guidata dal presidente Antonio Tafuri, e il Cnf, rappresentato dal presidente Andrea Mascherin e dal consigliere Francesco Caia.

Un vertice che, in base al «comune e collaborativo convincimento di tutti i presenti» ha definito la «immediata costituzione di un tavolo tecnico permanente», come recita una nota congiunta. Al tavolo siederanno «i vertici degli uffici giudiziari napoletani e una rappresentanza del Consiglio nazionale forense e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli». È un’iniziativa di straordinario valore anche per il coinvolgimento dell’avvocatura a tutti i livelli, territoriale e nazionale. Il suggello di una condivisione preziosa. Lo chiarisce lo stesso comunicato, concordato dal presidente della Corte d’appello Giuseppe De Carolis, dal procuratore generale Luigi Riello, dal Cnf e dall’Ordine di Napoli: «Tale tavolo», si legge, «costituirà un luogo privilegiato, prospetticamente destinato a mantenersi nel tempo, di costante scambio di informazioni e di elaborazione di concrete determinazioni operative che, poi materialmente assunte dai vertici degli uffici giudiziari napoletani, giorno dopo giorno, daranno attuazione alle linee guida già elaborate, a livello nazionale, dal ministero della Giustizia e dal Consiglio nazionale forense e già riprese in sede locale». Una traduzione concreta, dunque, del ruolo riconosciuto all’avvocatura proprio con la firma dell’intesa sulle linee guida fra il guardasigilli Bonafede e Mascherin.

Il tavolo costituito a Napoli, spiega ancora la nota congiunta, «adotterà inoltre tutti gli aggiornamenti a tali linee che riterrà opportuni, a cominciare dalla organizzazione delle udienze e dalla diversa distri- buzione in esse dei singoli giudizi». Un rimodulazione che recepisce il contenuto più rilevante del protocollo ministero- Cnf, ossia la “rarefazione” dei procedimenti da trattare, in modo da ridurre le presenze fisiche in tribunale ed evitare così l’assembramento a cui finiscono altrimenti per essere costretti gli avvocati. Ma in tal modo, si segnala nel comunicato condiviso alla fine dell’incontro, si consentirà anche «la trattazione di un numero di procedimenti compatibile con le prescrizioni di cui al decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 marzo, allegato 1», come la distanza di un metro da tenere negli ambienti. Ancora, il tavolo tecnico di Napoli adotterà «a seguire tutte le misure che, al variare delle circostanze di fatto, saranno ritenute necessarie, anche tenuto conto dell’eventuale nuova disciplina normativa delle attività giudiziarie modulata sulle prescrizioni del decreto legge 9 del 2 marzo». Si tratta del provvedimento d’urgenza che sospende di termini per i tribunali della zona rossa più colpita dal virus. Così come si terrà conto, si legge ancora, di «eventuali nuove disposizioni circa la sospensione dei termini delle attività processuali». Un’ipotesi nelle ultime ore sollecitata anche dal Csm, e che prima l’Ordine di Napoli, poi l’Ocf hanno di fattoi anticipato con l’astensione dalle udienze, in vigore da oggi a livello nazionale.

Sulla così rapida definizione di un fronte comune a Napoli hanno pesato non solo le scelte clamorose assunte dal governo dal decreto dell’altro ieri ma, ovviamente, anche «l’evolversi della situazione epidemiologica nazionale e locale», spiega la nota. Si tratta in ogni caso di una mobilitazione di grande significato anche per il numero dei dirigenti coinvolti nella riunione di ieri: con De Carolis, Riello, Mascherin e Caia, anche l’avvocato generale dello Stato Antonio Giannella, il presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, il procuratore Giovanni Melillo e la presidente del Tribunale di sorveglianza Adriana Pangia. Una sintesi ritrovata nel momento più difficile, a Napoli e in tutto il Paese.