«In televisione ascoltavo lo sdegno dei tanti che avevano scoperto allimprovviso che cera una grossa associazione mafiosa a Roma e non se nerano accorti prima e ringraziavano tanto Pignatone che li aveva liberati. Ecco, mi dicevo, di fronte a questa accusa, chi mi conosce da anni prenderà le mie difese e pensavo ai tanti esponenti del Pd o di Sel che avevano condiviso la crescita della cooperativa. Solo silenzio. A provare a difendermi dalle accuse di mafia solo Alemanno e Sgarbi per i politici e per i commentatori Giuliano Ferrara, Massimo Bordin, Paolo Liguori ed il grande Antonio Pennacchi. Tutti gli altri schieratissimi con la tesi della Procura, mentre gli esponenti politici a me vicini, tutti afonì», è uno dei un passaggio del libro di Salvatore Buzzi,  dal titolo «Se questa è mafia», edito da Mincione Editore e curato dal giornalista Stefano Liburdi, verrà presentato l8 marzo presso la sede del partito Radicale a Roma, principale imputato con Massimo Carminati di Mafia capitale. Il libro dal titolo verrà presentato l8 marzo presso la sede del partito Radicale a Roma. E nell'anteprima Buzzi racconta: «Lequiparazione della corruzione alla mafia, avvenuta con la legge 3 del 2019 portata avanti dal Movimento Cinque Stelle. Così dal 9 gennaio 2019 per i condannati per i reati contro la pubblica amministrazione non cè più la possibilità di ottenere benefici penitenziari (prima vittima illustre è stato Formigoni, con lui in carcere, a 72 anni, lItalia è stata più sicura?) e saranno permesse intercettazioni sempre più invasive e la competenza per i reati passa alla Procura distrettuale. Quindi processualmente la corruzione è stata equiparata alla mafia, noi siamo stati i laboratori in vitro dove è stato tentato questo esperimento, alla faccia del principio cardine del diritto: nessuna pena senza legge», spiega Buzzi nel suo libro. Buzzi racconta così le fasi iniziali del processo: «Il mio avvocato mi ha dissuaso dai propositi e mi ha invitato a studiare a fondo il processo e tutto il materiale probatorio, perché secondo lui riusciremo a smontare unaccusa costruita sul nulla e per questo portata avanti con molta forza sui media. Mi sento come un calciatore del Frosinone o del Latina (per restare nel Lazio) che va a Madrid ad affrontare il Real Madrid in una partita decisiva, con una cornice di pubblico ostile (i media), contro una squadra che dispone di un budget straordinario, con mezzi quasi illimitati (pm)». E ancora: «I tuoi pochissimi supporter sono quasi afoni, nessuno li sente mentre, ovviamente, il pubblico del Real plaude sempre e comunque la sua squadra, di certo non contesta larbitro che fischia sempre a suo favore. Questa è la mia situazione e lo è sempre stata - spiega Buzzi - affrontare il processo in una condizione di manifesta inferiorità, con le regole procedurali sistematicamente calpestate. Ma come dice il mio avvocato, andiamo avanti contro qualunque logica e faccio mio il motto di San Paolo, sperare contro ogni speranza».