«Sono innocente.  Non ho mai scritto i post su Facebook per i quali mi accusano di propaganda sovversiva». A dirlo l'attivista e studente egiziano dell'Università di Bologna Patrick Zaky, arrestato all'aeroporto del Cairo non appena rientrato in Egitto, comparso oggi in aula nell'udienza al Palazzo di Giustizia di Mansura nella quale è stata prolungata di 15 giorni la sua carcerazione.  Quando il giudice gli ha chiesto conto della proprietà di un account Facebook, Zaky ha riposto negativamente. Ma le sue dichiarazioni non sono bastate: il procuratore di Mansura ha infatti deciso di prolungare la custodia cautelare, al termine della quale le accuse contro di lui - aver diffuso informazioni dannose per lo stato e propaganda sovversiva - potrebbero essere discusse in aula. In alternativa, la custodia cautelare potrebbe allungarsi fino a 200 giorni.  La prossima udienza è stata fissata per il 7 marzo. E' «una decisione crudele», ha scritto su Facebook il portavoce di Amnesty International Italia, affermando che la decisione del tribunale «non fermerà in alcun modo la mobilitazione per ottenere il suo rilascio».