«Viviamo quasi sempre attraverso degli schermi: un'esistenza schermata. E a volte, quando la gentedice che le mie opere appaiono violente, penso di essere in qualche occasione riuscito a strappareuno o due di quei veli o schermi». Le parole del pittore Francis Bacon ben compendiano il sensodella propria produzione artistica e potrebbero porsi a paradigma della cosiddetta Scuola di Londra,nel cui alveo cui si annoverano personalità come oltre allo stesso Bacon Lucien Freud, Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossof e Paula Rego. Per pochi giorni ancora, fino al23 febbraio, sarà possibile visitare, presso il Chiostro del Bramante di Roma, la mostraBacon/Freud. La Scuola di Londra; oltre quarantacinque dipinti, disegni e incisioni che, grazie adun generoso prestito della Tate, segnano il percorso di artisti fra loro eterogenei, nati tra gli alboridel Novecento e gli anni Trenta e immigrati, per motivi diversi, nella capitale britannica. Fra loro,solo Kossof nacque a Londra, pur se da genitori ebrei russi, mentre Bacon proveniva dall'Irlanda, Freud fuggì dalla Germania e dalle minacce del nazismo, Andrews era norvegese e la Rego originaria del Portogallo. Elegie sofferte e vibranti delle caliginose atmosfere londinesi sostanzianoinfatti capolavori di Frank Auerbach e Leon Kossof quali Primrose Hill (1967-1978) e Children's Swimming Pool, Autumn Afternoon (1971), caratterizzati da una matericità accesa e frastagliata. Ben addentrati nelle pieghe del proprio tempo, le opere di questi artisti testimoniano l' energia e la fragilità degli anni della guerra e del dopoguerra, l'orrore dei regimi totalitari, la miseria dilegante e l'altrettanto diffuso desiderio di cambiamento e rivalsa. Disegnare era allora anche un modo perpreservare l'esistenza della persona raffiguarata aldilà degli oltraggi dei tempi e del tempo. Head di Leon Rossof, un carboncino del 1957, ritrae la scrittrice Sonia Husid, più nota con lo pseudonimodi N. M. Seedo, giunta a Londra nel 1930 dopo aver subito la drammatica esperienza dei pogrom: il disegno irradia intatta tutta la forza della modella, che riluce attraverso la sofferenza. Granderilevanza viene assegnata al genere del ritratto. «La mia idea di ritratto scandiva Freud scaturisce dall'insoddisfazione per i ritratti che assomigliano alle persone. I miei ritratti devonoessere ritratti di persone, non simili alle persone. Non creare qualcosa che somigli alla persona, maincarnarla». Realtà ultime, totalizzanti, fredde nella loro esibita nudità, come Naked portrait (1972-73) e Standing by the rags (1988-89). Gli faceva da eco Francis Bacon: «Vorrei che i miei dipintisuscitassero la sensazione di essere stati attraversati da un essere umano che ha lasciato una sciadella sua presenza, proprio come una lumaca lascia la sua bava». A differenza di Freud, chedipingeva, secondo un intento programmatico, dal vivo «Voglio che la pittura sia carne. Se non dirigi troppo il soggetto e ti concentri sulla sua presenza fisica spesso accadono cose interessanti. Ti accorgi che hai colto qualcosa di lui di cui nessuno dei due era a conoscenza» , Bacon si avvaleva,come anche Michael Andrews, dell'uso di fotografie: soleva isolare la figura in modo da farne un'icona, interrompendo così gli elementi di rappresentazione e narrazione in favore dellasensazione derivante dall'incontro con l'oggetto della raffigurazione, come evidente in dipintiquali Dog (1952), Reclining Woman (1961), Study for portrait on folding bed (1963) e Portrait ofIsabel Rawsthorne (1966). L'estrema distorsione della figura umana richiama l'attenzione sullafisicità del corpo e, nella violenza espressiva, la restituisce alla sua essenza più riposta. «Quello chevoglio fare dichiarò l'artista è distorcere la cosa ben oltre l'apparenza ma, nella distorsione,restituirla come un documento dell'apparenza». L'osservazione della realtà costituisce il fondamentoprezioso e mutevole dei lavori di Frank Auerbach: «Prima di iniziare ammise l'artista nonvisualizzo mai un'immagine: ho semplicemente un impulso e cerco di trovare una forma per questoimpulso. Il grande vantaggio di usare la realtà come fertilizzante è che la realtà smentiscecontinuamente le tue aspettative». Una realtà caduca, tormentata, che alle ferite dell'individuoassomma le stigmate della Storia. «L'urlo confessò Bacon mi viene bene, ma ho molti problemicon il sorriso».