A evitare che l’incidente ferroviario, in cui ieri hanno perso la vita due macchinisti a Ospedaletto Lodigiano, provocasse un numero maggiore di vittime, è stata la circostanza che in testa al convoglio ci fosse la prima classe, che, di solito, è più vuota delle altre, tenuto anche conto che a quell’ora del mattino i passeggeri erano in generale pochi. «Se la carrozza numero 8 fosse stata in testa, sarebbe stata una strage», ragiona un investigatore che ricorda come non sempre la prima classe del Frecciarossa sia in testa. Le carrozze vuote della prima classe del Frecciarossa deragliato infatti «sono state trascinate per circa 400 metri tra le pietre».

Ieri si è svolto un vertice in procura a Lodi tra il capo dell’ufficio, Domenico Chiaro, e i consulenti nominati, gli stessi che si occuparono della strage di Pioltello, per fare luce sull’incidente in cui hanno perso la vita due macchinisti. Al vaglio degli inquirenti la possibilità di effettuare quelli che il codice definisce «accertamenti irripetibili» , il che comporterebbe le prime iscrizioni nel registro degli indagati a titolo di garanzia per nominare i propri legali e consulenti. Al centro delle indagini la mancata segnalazione al sistema elettronico di sicurezza dello scambio. Sono iniziati anche i lavori per liberare la linea ferroviaria e, secondo gli investigatori ci vorranno «diversi giorni, forse anche settimane». Sul luogo dell’incidente la polizia scientifica di Roma ha effettuato i primi rilievi sui binari, mentre il Nucleo operativo incidenti ferroviari si sta dedicando all’analisi dei vagoni. È cominciata inoltre l’acquisizione dei dati dai sistemi di registrazione che regolano la circolazione ferroviaria e l’analisi delle scatole nere, è stato recuperato anche l'hard disk delle telecamere che da mesi erano state posizionate sul perimetro della stazione di segnalamento.

Le Ferrovie hanno fatto sapere che le trattenute dello sciopero saranno devolute ai parenti dei due ferrovieri morti.