«Se al citofono del Nazareno cè scritto "citofonare Travaglio" è un mutamento genetico, è il passaggio dal riformismo al giustizialismo. A me questo dispiace». Parole e musica di Matteo Renzi che, fermo al palo del 3-4%, ha ormai ufficialmente iniziato  l'opa verso gli elettori scontenti del Pd. Non è una caso infatti che l'ex premier e segretario dem abbia iniziato ad attaccare quotidianamente il suo ex partito accusandolo di essere al traino dei 5Stelle e presentando la sua Italia Viva come unica forza realmente riformista. «Quando sento Zingaretti dire che ci vuole un cambio di passo del Governo sono contento. Ma poi il Pd cede al populismo del Movimento 5 Stelle sulla giustizia», ha infatti continuato  Renzi ai microfoni di Circo Massimo. E poi, entrando nel merito dello scontro sulla prescrizione, Renzi ha concluso:  «Sulla giustizia bisogna trovare un punto di accordo tra tutti. Se non vogliono, il Parlamento deve scegliere fra la legge Bonafede-Salvini e quella di Orlando-Gentiloni. Io sto con i secondi, il Partito democratico sta con il Movimento cinque stelle». «Il compromesso tra M5s, Pd e Leu mantiene un principio giustizialista che non condivido. E Bonafede non lo mantiene solo sulla prescrizione: è quello che fa un video quando arriva Battisti, che confonde dolo e colpa, che dice che gli innocenti non vanno in carcere. Lucia Annibali propone di prenderci del tempo, di studiare le carte. Non capisco perchè su una cosa del genere vai a incastrarti. E non capisco perchè il Pd tradisce le scelte del nostro governo. Il giustizialismo è il populismo dei mediocri», conclude Renzi.