Matrimonio dell’anno in Messico tra i figli di due potenti famiglie di narcotrafficanti rivali: Alejandrina Gisselle Guzman Salazar, rampolla nientemeno di ” El Chapo”, ed Edgar Cazares. Dalla loro unione fiabesca nasceranno sicuramente affari miliardari. Il matrimonio da favola è stato celebrato a porte chiuse e tra ingenti misure di sicurezza nella cattedrale di Culiacan, la più grande città dello Stato di Sinaloa, al centro dell’impero del cartello criminale delle famiglie degli sposi. Abito bianco da principessa per Alejandrina - ( il padre sta scontando l’ergastolo nel carcere di Supermax in Colorado)- arrivata in cattedrale a bordo di una macchina bianca antiproiettile. Il marito Edgar è il nipote di Blanca Margarita Cazares, nel 2007 finito nel mirino del Ministero del Tesoro americano.

Lo sposo è noto anche per i suoi presunti collegamenti con Ismael Zambada Garcìa e Victor Emilio Cazares- Gastellum, potenti esponenti del cartello di Sinaloa. A celebrare il matrimonio, secondo i media locali, è stato un «amico di famiglia» dei Guzman. Dopo il rito cattolico, foto e video pubblicati sui social hanno mostrato un ricevimento sfarzoso con esibizione dei tipici mariachi, spettacolo pirotecnico, oltre a un mega diamante al dito della neo sposa, “l’anello della droga”, come ribattezzato dalla stampa locale, in riferimento all’unione dinastica tra i due potenti clan del narcotraffico. Il fatto che il matrimonio sia stato celebrato in una chiesa così importante ha indignato molti cittadini ma non ha sorpreso la maggior parte della popolazione.

Il matrimonio tra Alejandrina e Edgar è giunto pochi giorni dopo la pubblicazione di un rapporto sulla criminalità in Messico, che registra un tasso di violenza record con 35.588 omicidi nel 2019, in aumento del 2,7% rispetto all’anno precedente.

Emblematica del potere del cartello di Sinaloa è stata la vicenda della cattura, lo scorso ottobre, di uno dei 12 figli di El Chapo, Ovidio Guzman Lopez, che i soldati sono stati costretti a liberare dopo le minacce alle proprie famiglie mosse da uomini armati al servizio del boss del narcotraffico e il caos in città. Cartelli della droga e criminalità organizzata sono piaghe sociali profondamente radicate nel Paese e che finora gli interventi militari attuati dal governo, a partire dal 2006, non sono stati in grado di contrastare.