Sono in corso indagini e potrebbe scattare anche un procedimento disciplinare per il carabiniere che fece da tramite tra la Lega e la signora Anna Rita Biagini, che accompagnò Matteo Salvini nel quartiere Pilastro di Bologna e gli indicò a quale campanello citofonare per parlare con un presunto spacciatore. Oggi il video è stato oscurato da Facebook, ma è stato uno dei contenuti virali della campagna elettorale per le Regionali in Emilia, cui seguirono polemiche sulla modalità e sulle accuse senza alcun riscontro mosse dal capo leghista al diciassettenne. Ora la questione è finita sulla scrivania della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, grazie a uninterrogazione del deputato Pd Andrea De Maria. Il sospetto che l'evento non fosse stato casuale ma orchestrato era sorto al parlamentare leggendo un'intervista della signora Biagini, in cui lei dichiarava:Mi ha contattato un esponente delle forze dellordine martedì a mezzogiorno ,dicendo che qualcuno della Lega mi avrebbe chiamato perché Matteo voleva venire qui. Per questo De Maria scrive nella sua interrogazione: "A prescindere da azioni legali a propria tutela che possano assumere i cittadini interessati, il Senatore Salvini ha compiuto un atto evidentemente molto discutibile e anche foriero di generare conflitti e tensioni, alla presenza di numerosi operatori delle forze dellordine", dunque chiede al Ministro degli Interni "se sia a conoscenza di quanto accaduto e se le autorità competenti abbiano richiesto a chi era presente sul luogo, a tutela della sicurezza di tutti, informazioni relative a quanto accaduto e quali siano nel caso i riscontri ricevuti". Come riporta il Corriere della Sera, parallelamente all'interrogazione è in corso anche un'indagine dell'Arma a partire sempre da quanto dichiarato dalla donna. Secondo la ricostruzione, la sera stessa della citofonata la signora Biagini aveva fatto il nome di un maresciallo al quale si rivolge per i problemi di spaccio al Pilastro. Poichè il giorno successivo all'incursione di Salvini il marito della donna aveva trovato l'auto danneggiata, l'uomo aveva sporto denuncia e dichiarato anche che lincontro con Salvini sarebbe avvenuto dopo la telefonata del maresciallo di sua conoscenza. «Lo staff di Salvini mi ha chiesto il contatto di una persona che conosce le dinamiche del quartiere e ho pensato a lei» sarebbero state le parole del militare, secondo la ricostruzione di Biagini. Proprio ascoltando queste dichiarazioni, i carabinieri che hanno raccolto la denuncia hanno informato i superiori e l'autorità giudiziaria. Se a livello penale il militare non ha commesso alcun reato, sotto il profilo disciplinare invece potrebbe aver violato il dovere di imparzialità nei confronti dei partiti politici e delle competizioni elettorali. Il maresciallo in questione, qualora risultasse confermata la sua identità di "mediatore" tra lo staff della Lega e la signora, è già indagato insieme ad un collega per stalking e depistaggio ai danni di un avvocato bolognese.