Dentro l'aula di Montecitorio il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlava delle riforme in materia di giustizia, nella piazza antistante i penalisti hanno manifestato tutto il loro dissenso contro il "blocca prescrizione". «Siamo qui per dare sostegno e supporto alla battaglia parlamentare per abrogare la legge che ha eliminato la prescrizione, una delle più sciagurate della storia della Repubblica», sono state le parole con cui il presidente dell'Unione camere penali italiane ha aperto la giornata. Nella piazza di Montecitorio, centinaia di avvocati, tutti con l'adesivo giallo con scritto "Imputato per sempre? No grazie" appuntato sui cappotti, hanno applaudito e ascoltato gli interventi delle tante delegazioni politiche intervenute a sostegno dell'iniziativa. Contemporaneamente, in una sala del Capranichetta (lo storico centro congressi adiacente la piazza), professori di diritto penale e membri dell'accademia si sono alternati al microfono per spiegare le ragioni giuridiche del dissenso alla norma. Al microfono, il presidente Giandomenico Caiazza ha spiegato come «è importante dare questo segno tangibile della presenza dell'avvocatura e il sostegno ad una battaglia parlamentare per l'abrogazione di una legge adottata in nome di un'idea simbolica del diritto penale. Le ragioni della riforma sbandierate non hanno nulla a che fare con la realtà dell'istituto: il diritto penale non è terra di conquista per i demagoghi e i populisti, il diritto penale è una complessa serie di regole delicatissime che governano la libertà». In rappresentanza dell’avvocatura istituzionale è intervenuto il presidente del Cnf, Andrea Mascherin: «Noi siamo per l’abrogazione della riforma, ma mi accontenterei anche di un rinvio, di una sospensione della riforma della prescrizione, fino a quando non ci sarà la riforma del processo penale».
La piazza dei penalisti è diventata per un giorno il fulcro dell’opposizione al Guardasigilli: a sfilare è stata per prima la delegazione di Forza Italia, composta dalla capogruppo alla Camera, Maria Stella Gelmini e da Enrico Costa, autore della proposta di legge per abrogare il testo Bonafede. «Se sulla prescrizione un governo deve cadere, vuol dire che devono andare così le cose. Ma non si può bloccare l’Italia, bloccare la giustizia e provare a resistere senza che ci sia la difesa dello stato di diritto», ha detto Gelmini, parlando anche dell’iter parlamentare della legge Costa: «Non abbiamo mai fatto così fatica a vedere calendarizzata una nostra proposta. Fico ce l’ha messa tutta per evitare di portarla in aula. Vedremo quali escamotage si inventeranno». Anche la vicepresidente della Camera, la deputata forzista Mara Carfagna ha preso la parola, rivolgendosi alla maggioranza: «Lancio un appello al pd: lasci ai colleghi libertà di coscienza nel voto sulla legge Costa, è ridicolo che il Parlamento sia schiavo dei diktat di un partito in via di estinzione come sono i 5 Stelle» eha parlato di «riforma pericolosa che demolisce lo stato di diritto e trasforma i cittadini in ostaggi a vita dei pm». A fare da contraltare di maggioranza erano presenti anche Roberto Giachetti, Gennaro Migliore, Ettore Rosato, Lucia Annibali e Maria Elena Boschi di Italia Viva, che sostengono la legge Costa. «Sulla riforma Bonafede non facciamo passi indietro: la consideravamo sbagliata ed è ancora così, per questo stiamo portando avanti la battaglia dentro la maggioranza», ha detto Boschi, «Per noi il problema non è dire votiamo con la maggioranza o votiamo con i colleghi di Fi. Noi votiamo per le nostre idee e ci sono temi su cui non si può scendere a compromessi», poi ha annunciato la presentazione nel Milleproroghe di «emendamenti che chiedono di sospendere la riforma Bonafede e di prendersi almeno un anno di tempo perchè nel frattempo si possa affrontare la riforma del processo penale». Dal fronte della maggioranza, in piazza sono arrivate anche la parlamentare dem Enza Bruno Bossio, che ha annunciato che voterà a favore del pdl Costa: «Sono una per adesso dentro il Pd, ma in aula ce ne sono tanti altri». Lo stesso ha fatto anche la senatrice di Più Europa Emma Bonino «Siamo qui per fermare questo scempio e per ribadire che ognuno è innocente fino a sentenza definitiva». La piazza, dove nel frattempo ha iniziato a cadere una pioggia battente, ha accolto anche i parlamentari della Lega che siedono in commissione Giustizia alla Camera. Jacopo Morrone si è espresso contro la riforma «manettara e giustizialista» di Bonafede, che «fu uno dei motivi che misero in crisi l’alleanza di governo tra Lega e M5s. Il punto fermo della Lega era che la riforma diventasse operativa solo contestualmente a una riforma strutturale della giustizia, ma così non è stato». La manifestazione si è chiusa con la richiesta di Caizza al Partito Democratico: «Attendiamo una loro presa di posizione definitiva: il Pd ha presentato un disegno di legge che è sostanzialmente abrogativo della Bonafede. Ci dica con che tempistica e con quali modalità si vorrebbe ottenere una mediazione», «noi siamo arrivati a dire di essere pronti a sostenere la proposta, ma a condizione che entri in vigore subito». Le Camere Penali chiedono tempi certi, dunque, «perchè il disegno di legge del Pd non sia un modo per camuffare la resa».