«È un intervento solo propagandistico. Noi continueremo nella nostra battaglia, perché non è finita qui, assolutamente. Non comprendiamo neanche i festeggiamenti che abbiamo visto da qualche parte. Non ci rendiamo conto che cosa si festeggia. Qui c’è soltanto un dramma che sta cominciando a essere celebrato». Così Giovanni Stefanì, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, commenta con l’entrata in vigore della legge sulla prescrizione.

Non si esclude il ricorso «a ipotesi più drastiche. Se non intervengono riforme di questa legge entrata in vigore ieri - afferma - saremo costretti a chiedere il referendum abrogativo. È una riforma che abbiamo sempre avversato - ricorda Stefanì - ritenendo innanzitutto che fosse contraria ai principi fondamentali del nostro ordinamento e della nostra carta costituzionale. Per altro verso certamente non sortirà gli effetti auspicati dal riformatore ma anzi determinerà un allungamento spropositato dei tempi dei processi, anche perché una eliminazione della prescrizione, dopo la sentenza di primo grado, senza una adeguata riforma del processo penale e senza l’investimento di adeguate risorse sulla giurisdizione penale, determinerà l’effetto deleterio di allungare ’ sine diè il processo. Quindi non solo gli imputati ma anche le parti civili - prevede il presidente degli avvocati baresi - resteranno in attesa di un processo troppo lungo».

Sono due aspetti che vanno considerati in stretta connessione. «Innanzitutto c’è bisogno di risorse sufficienti», sottolinea.

«Noi a Bari, peraltro abbiamo anche un problema di sedi giudiziarie che è ancora lontano dall’essere stato risolto. Già questo crea - prosegue Stefanì - dei forti disagi. In più la nota scarsezza di magistrati e di personale di cancelleria rende assolutamente inutile questo intervento. Questa è la considerazione che abbiamo sempre fatto in linea con quanto è stato detto dagli organismi nazionali dell’avvocatura. E poi occorre una riforma strutturale del processo penale», ribadisce.