Una chiesa gremita e dolorosamente avvolta nel silenzio ha accolto ieri le bare bianche di Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, le due 16enni travolte e uccise la notte del 22 dicembre da un'auto su corso Francia, strada non distante dal luogo delle esequie. Dentro la parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore in via Flaminia Vecchia, a Roma, centinaia di persone si sono strette intorno alle famiglie delle due ragazze; tra loro gli amici e le compagne di

scuola i cui volti venivano segnati dalle lacrime per quasi tutta la cerimonia. Molte le persone rimaste fuori per dare l'ultimo saluto alle due adolescenti. «Oggi le nostre notti sono la cosa peggiore della giornata. La nostra famiglia ha perso un pilastro importante – ha detto la sorella di Camilla durante la funzione - ; proprio qualche giorno fa ci chiedesti ( rivolgendosi alla sorella scomparsa, ndr) quale fosse il senso della vita. In quell'istante non ho saputo darti una risposta, oggi dico che il senso della mia vita sei tu». Mentre la zia di Gaia, profondamente commossa, ha detto: «Camilla e Gaia non ci hanno lasciate, sono nel vento, nel profumo dei fiori, la loro voce è nel canto degli uccelli». Un’amica di entrambe ha invece espresso quello che è il pensiero che sta accomunando i ragazzi e le ragazze che fino a qualche giorno fa festeggiavano spensieratamente con Gaia e Camilla l’inizio delle vacanze natalizie, ossia sgomento e incredulità per due morti così premature e tragiche: «Tutto questo è ingiusto, non ci si può credere. In noi c’è un vuoto immenso, siamo segnati da una cicatrice che rimarrà per sempre; così come per sempre dentro di noi ci sarà il bene per voi».

Molto caustica l’omelia di don Gianni Matteo Botto: «Stiamo impazzendo per ciò che è avvenuto perché non capiamo cosa è successo. Camilla aveva chiesto quale fosse il senso della vita: questa libertà di mettersi al volante ubriaco è vita? – ha predicato dal pulpito rivolgendosi, senza nominarlo, a Pietro Genovese -. Ci sentiamo superuomini, padreterni, siamo tutti un po' superbi, palloni gonfiati che non rispettano le regole basilari della convivenza. Il senso della vita non è bere e fumarsela ma è amare».

Le esequie si sono concluse intorno a mezzogiorno con un lungo applauso all'uscita delle bare dalla chiesa e sulle note delle canzoni preferite delle due ragazze: ' A te' di Lorenzo Jovanotti e ' Ti voglio bene' di Tiziano Ferro. Momenti strazianti quando il papà di Gaia a lungo si è soffermato accarezzando la bara della sua unica figlia.

Se in chiesa un verdetto sembra essere già stato emesso, sul fronte giudiziario ci sono delle novità: è fissato per la prossima settimana, il 2 gennaio, l'interrogatorio di garanzia di Pietro Genovese, il 20enne accusato di duplice omicidio stradale per avere investito e ucciso con il suo Suv Camilla e Gaia. Da due giorni il giovane si trova agli arresti domiciliari su richiesta della Procura. Subito dopo Capodanno, dunque, l'indagato affronterà l'atto istruttorio davanti al gip. Si tratterà del primo vero confronto con gli inquirenti dopo l'interrogatorio svolto nell'immediatezza dei fatti durante il quale Genovese, ancora in stato di choc, aveva affermato di non avere visto le due 16enni attraversare la strada. Raggiunto al telefono dal Dubbio, il legale del ragazzo, l’avvocato Gianluca Tognozzi, in questo giorno di dolore ha voluto solo rilasciare un brevissima dichiarazione in merito alla decisione del gip di disporre i domiciliari per il suo assistito: «Si tratta di una ordinanza equilibrata nella parte motiva dei fatti, che ha ripreso ad oggi tutti gli elementi a disposizione del giudice». Ossia che è stata esclusa l’aggravante dell’alterazione psicofisica da assunzione di droghe, che la condotta delle ragazze è “spericolata”, come si legge nel dispositivo, e che la velocità non può essere contestata in attesa dei rilievi dinamici. Abbiamo contattato anche l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto, legale fino a ieri di Edward Von Freymann, papà di Gaia, che subito ci comunica una notizia: «Ho da poco rinunciato al mandato perché sono state fatte scelte che non condivido; quindi per motivi personali ho rinunciato all’incarico». Gli chiediamo però se sia vero quanto detto dalla madre di Gaia, Gabriella Saracino, ossia che la famiglia di Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo, “non ci ha neanche chiamato”. Giaquinto smentisce la donna: «L’avvocato Tognozzi mi ha contattato personalmente il 23 pomeriggio per chiedermi di intercedere su richiesta di Paolo Genovese presso il padre di Gaia» per capire come manifestare loro il proprio dolore, «cosa che ho fatto ma Edward mi ha detto che non era il momento adatto». A subentrare all’avvocato Giaquinto è arrivata la nota penalista Giulia Bongiorno che ha subito rilasciato una dichiarazione a nome dei genitori di Gaia: «La morte di un figlio è talmente innaturale da aver reso la nostra condizione indicibile, è letteralmente ' qualcosa che non può essere detto'. Anche per questo non abbiamo finora parlato con nessuno e oggi chiediamo rispetto per il nostro dolore e il nostro silenzio. Quando troveremo le parole giuste - concludono i genitori - parleremo, e diremo la nostra sulle tante ricostruzioni che in questi giorni sono state diffuse dai media con troppa leggerezza. Per il momento, invitiamo alla prudenza e alla scrupolosità chi scrive di questa tragedia». «Grazie per tutto l'' affetto che state dimostrando nei nostri confronti e per tutto quello che state facendo» sono state invece le dichiarazioni dei genitori di Camilla, attraverso il loro legale, l'avvocato Cesare Piraino.