Mosca, 18.10 ora locale ( le 16.10 in Italia), un uomo armato di kalasnikov ha fatto irruzione ieri all'interno della Lubyanka, la sede del servizio di sicurezza federale, la principale agenzia di intelligence della Russia ora denominata con l'acronimo Fsb, erede del Kgb di epoca socvetica. L'aggressore ha subito sparato ingaggiando un conflitto a fuoco con gli uomini della sicurezza. Le informazioni rimangono confuse e contrastanti, fornite solo da media russi e divergenti tra loro: inizialmente si parlava di tre vittime e di altrettanti attentatori, poi è stato riferito di un agente morto e di due feriti.

Il killer è riuscito a fuggire, attraverso un parcheggio, fino a raggiungere le strade limitrofe, poi si è barricato in un palazzo situato nella via ' Bolshaya Lubyanka'.

Secondo quanto riportano i media locali, in particolare l'agenzia Interfax, intorno le 19, 15 l'uomo è stato “neutralizzato” e si è proceduto alla sua identificazione, una circostanza confermata anche da un comunicato dell'Fsb.

Diverse ambulanze sono state viste accorrere sul posto e il centro di Mosca è stato immediatamente sigillato al traffico e ai pedoni. Mentre ancora risuonava il rumore dei colpi di armi automatiche è scattata un'operazione di sicurezza da parte delle Forze speciali russe mostrata dalle immagini riprese dai cellulari dei passanti e pubblicate sui social.

Vladimir Putin è stato immediatamente informato della sparatoria, anche perchè l'attacco è avvenuto nel giorno di uno degli avvenimenti più importanti per la politica russa: la conferenza stampa annuale del presidente, un evento che viene trasmesso in contemporanea in tutto il paese.

Per ora, le uniche informazioni istituzionali provengono dal ministero della Sanità, che ha confermato il ferimento di 5 persone. I morti confermati, invece, sono un agente del Servizio di sicurezza federale russo ( Fsb), mentre l’altro sarebbe un membro della polizia stradale, come confermato dallo stesso Servizio di sicurezza, ripreso dai media locali.

Quello di oggi non è il primo attacco vicino all'Agenzia di spionaggio: qualche anno fa si verificò un attentato suicida da parte di terroristi islamici nella vicina stazione della metropolitana.

Nel 2015 l'artistaPyotr Pavelensky ha appiccato il fuoco alle porte di legno della Lubyanka per protesta contro quello che definì “un regno di terrore”. Quando era sede del Kgb l'edificio fu teatro della repressione contro gli oppositori e usato non solo come sede di uffici ma anche come luogo dove si svolgevano interrogatori e detenzioni.

Tanto che nel 1991 una folla di manifestanti distrusse la statua di Felix Dzerzhinsky , fondatore della polizia segreta.