Il nuovo capitolo delle indagini sui fondi della Lega Nord - i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali che il Carroccio dovrebbe restituire allo Stato - arriva nel momento in cui il Matteo Salvini sta impegnando tutte le sue energie sui tanti fronti aperti nel tentativo di consolidare la leadership del suo partito nel Paese: dalla battaglia contro il governo giallorosso sul Mes, alla campagna elettorale per «scippare» l’Emilia Romagna e la Calabria al Pd nelle prossime regionali, all’attacco quotidiano sferrato al sindaco di Roma Virginia Raggi con l’obiettivo di logorare l’inquilina del Campidoglio fino ad arrivare a issare la bandiera Padana sul colle capitolino nel 2021.

Ieri mattina la Guardia di Finanza ha infatti eseguito una serie di perquisizioni nell’ambito dell’indagine della procura di Genova sui 49 milioni confiscati in via definitiva alla Lega. Le verifiche hanno preso di mira in particolare l’ «Associazione Maroni presidente».

I magistrati genovesi stanno verificando l’ipotesi di un presunto riciclaggio di parte di quei fondi, che da settembre il partito sta restituendo allo Stato a rate.

Quindi, la visita della Guardia di Finanza a Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale, negli uffici dell’assessore Stefano Bruno Galli, che sarebbe indagato in quanto presidente dell’ «Associazione Maroni presidente».

Membri del consiglio direttivo, secondo quanto riportato dallo statuto, sono anche Ennio Castiglioni, attuale direttore generale dell’assessorato di Galli, Andrea Cassani, e il senatore Stefano Candiani, già sottosegretario all’Interno nel governo gialloverde.

Da Salvini nessun commento, per il momento. L’ultimo suo post su Facebook è ancora un attacco al sindaco di Roma, accompagnato dall’hashtag #virginiadimettiti.