All’aperto, in balia delle intemperie e al freddo, con dei gazebo adibiti per permettere i colloqui con i familiari. Una denuncia che arriva direttamente dai reclusi della casa di reclusione di Rebibbia. Accade così che la pena si estende anche ai familiari dei detenuti, soprattutto a rimetterci sono gli anziani e i bambini che a volte – sempre secondo quanto denunciano i reclusi tramite una lettera- sono costretti a rinunciare al colloquio per l’impossibilità di avere un riparo dal freddo, dalla pioggia, o dall’umidità.

Nel passato c’era una saletta interna adibita ai colloqui, ma risulta non a norma e quindi impraticabile. Eppure, nella recente riforma dell’ordinamento penitenziario, modificando l’art. 18 dell’Ordinamento si introduce un’attenzione particolare ai locali destinati ai colloqui con i familiari che devono favorire, “ove possibile, una dimensione riservata del colloquio”. Rebibbia non solo ne è carente, ma c’è anche il problema della mancanza di un altro spazio importante per le relazioni con la famiglia sono le sale d’attesa, dove i familiari attendono, in alcuni casi anche ore, prima di espletare le pratiche necessarie per poter poi svolgere i colloqui con i propri congiunti.

Ciò significa che i familiari, prevalentemente donne con bambini o genitori più o meno anziani, sono costretti ad aspettare in strada il proprio turno. Altro motivo per il quale i colloqui si riducono.

I detenuti del carcere di Rebibbia chiedono che la direzione predisponga dei locali idonei all’interno delle mura, per poter usufruire dell’incontro con i familiari in maniera serena, così come appunto è regolato dall’ordinamento penitenziario. Il garante dei detenuti della regione Lazio Stefano Anastasìa è a conoscenza del problema e segnalato a tempo debito all’amministrazione, la quale sta provvedendo per risolvere questo problema.

Ricordiamo che la casa di reclusione di Rebibbia è un istituto costruito negli anni ’ 50, a regime di custodia aperta. Si articola in 6 sezioni: due sezioni destinate a detenuti comuni di media sicurezza, una sezione per “minorati psichici”, un’altra sezione per collaboratori di giustizia, attualmente in ristrutturazione, la sezione appena ristrutturata, attualmente destinata ai collaboratori e la sezione per detenuti in regime di semilibertà.