L’espediente favolesco e molto cinematografico del viaggio nel tempo è stata molto utilizzata nel corso della storia del cinema, da grandi e piccoli registi, attori drammatici e comici che hanno usato questo espediente per suscitare una riflessione dietro la risata. A Natale o per la precisione, dal 12 dicembre gli spettatori torneranno all’anno zero, quello della nascita di Gesù, in Palestina, grazie al duo comico Ficarra e Picone, protagonisti e registi di Il Primo Natale.

Un prete (Valentino Picone), impegnato nella rappresentazione del presepe vivente e un ladro di arte sacra, ateo per giunta ( Salvo Ficarra) si incontrano e scontrano a pochi giorni dall’inizio delle feste di Natale. Nel rincorrersi, oltrepasseranno un varco che li porterà lì dove tutto è iniziato, dove il presepe non solo è vivente ma è realtà. Quale modo migliore per tornare alla realtà del 2019 se non chiedere un miracolo alla madre di Dio?

Facile trovarla a Betlemme una donna incinta del Messia, con al seguito un uomo con la barba lunga, che fa il falegname e si chiama Giuseppe. Si può immaginare che a una situazione già complicata non può che aggiungersi la minaccia del Re Erode, interpretato da un magnifico Massimo Popolizio, che, dopo Mussolini, dà nuovamente prova di saper trovare nei tiranni il giusto mix tra autorevolezza e comicità. Difficile raccogliere la “chiamata” a fare il film di Natale, responsabilità immensa in termini di aspettative di incassi. Come hanno concepito il loro Natale cinematografico Ficarra e Picone? «Quando abbiamo cominciato a immaginarci questa storia, addirittura l’avevamo in testa da molto tempo» spiega Valentino Picone e prosegue: «Con Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini abbiamo deciso di rappresentare il Natale per quel che realmente è, il compleanno di Gesù e il raccontare qualcosa che spesso si dimentica, ci ha stimolato ed ha permesso di creare situazioni comiche anche in momenti di riflessione» . Salvo Ficarra approfondisce: «Il film di Natale è un appuntamento importante con il pubblico e abbiamo voluto fare un film che non fosse sempre basato su Babbo Natale e le renne, una cosa diversa e originale». Tantissimi i temi toccati dal film, da quello dell’amicizia alla necessità di impegnarci attivamente a fare noi stessi dei miracoli senza aspettare un intervento divino per ciò che abbiamo fatto e disfatto in terra. Tra i più importanti quello dell’immigrazione e della percezione dello straniero, un filone che si respira con ironia all’interno della pellicola senza mai retorica o una lezioncina di morale. Nicola Guaglianone lo sottolinea: “Volevamo evitare di fare il classico viaggio nel tempo, volevamo inserirci dei temi senza renderli espliciti, parliamo anche di immigrazione anche se di fatto non viene mai nominata”. Picone, il più romantico dei due, fa seguito alle parole di Guaglianone rivelando: “il nostro comandamento è che se fai quello che senti, non sbagli, almeno così il film piace a te”. Ed è sempre Valentino Picone a commentare un altro dei temi del film, quello dell’incontro tra credente e ateo: “Nella vita bisogna pregare però dare una mano e fare qualcosa è pure importante” dice l’attore e conclude: “nel film è bello questo rapporto tra religione e ateismo, questa cosa mi ha divertito e fatto riflettere”. Vista la storia dei viaggi nel tempo all’interno del cinema, non si può non pensare ai Troisi e Benigni di Non ci resta che piangere ma anche al più recente Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno, anch’esso scritto da Nicola Guaglianone. Sui riferimenti cinematografici che li hanno ispirati, è ancora una volta Valentino a rispondere: ““i riferimenti sono tanti perchè tantissimi comici si sono divertiti ad andare indietro nel tempo, penso a Paolo Villaggio, Totò, Boldi e De Sica, Troisi e Benigni, Ritorno al Futuro come non citarlo. Ci sono tanti riferimenti perchè ci piaceva far rivivere un’epoca raccontata nei film agli studios di Cinecittà”. Il Primo Natale, a detta dei suoi registi era nei piani da molto tempo ma prima del compleanno di Gesù, c’è stata prima l’urgenza come si dice spesso nel mondo del cinema, a girare L’ora legale, film della svolta per il duo. Proprio questo titolo aveva fatto molto parlare di sé per la decisione dei due registi di non farlo concorrere ai David Di Donatello. A due anni da quel periodo Ficarra e Picone raccontano la vicenda: “Salvo: non abbiamo iscritto L’ora legale ai David perchè ci sembrava giusto porre l’accento sul fatto che il premio allora aveva delle modalità di voto ormai superate” chiarisce Salvo Ficarra. Interviene Picone: “il problema poi è stato condiviso da moltissimi addetti ai lavoro e sono state poi introdotte infatti categorie e regole nuove. In giuria c’era gente morta e tutti potevano votare tutto”. Questo Natale 2019 vedrà Ficarra e Picone sfidarsi con due “filmoni” in uscita: Star Wars. L’Ascesa di Skywalker e Pinocchio di Matteo Garrone. Come si preparano alla lotta di botteghino? “Io ho già prenotato 25 e 26 e mi vado a vedere il mio” dichiara Ficarra e conclude: “se Pinocchio vuole venire a vedere il nostro film, bene, ma attenzione al naso”.