Alla fine degli anni ’ 80 i Depeche Mode lanciavano il singolo Personal Jesus destinato a rimanere nella storia della musica attraverso innumerevoli reinterpretazioni, dal folk introspettivo di Jonny Cash all’industrial metal di Marilyn Manson.

Il brano evoca una spiritualità che ha poco a che fare con la fede convenzionale, è piuttosto «una canzone riguardo all'essere un Gesù per qualcun altro, qualcuno che ti dia speranza e importanza», dirà l’autore Martin Lee Gore nella sua autobiografia.

«Quando penso a Gesù penso a mio nonno, un uomo del Sud, un bracciante anarchico e anticlericale come tanti altri in quegli anni» spiega quasi trent’anni dopo Sergio Staino alla presentazione del suo nuovo libro a fumetti Hello, Jesus!, fresco di stampa per Giunti Editori, in cui Gesù moderno incarna un modello di predicatore ingenuo e ostinato che non sempre si concilia con la tradizione evangelica.

«La Santa Romana Chiesa non ha certo contribuito alla causa del rock and roll, eppure Gesù Cristo è il modello di quasi tutti i nostri beniamini», commenta Morgan nella sua introduzione al libro, preludendo a quel Jesus disegnato dalla penna beffarda di Staino con chitarra alla mano e una passione irrinunciabile per Bob Dylan. La raccolta di vignette contiene un centinaio di strisce inedite e alcune delle tavole pubblicate sul quotidiano Avvenire dal 2017 al 2018 per la serie Hello, Jesus!: un esperimento nato per convinzione del suo direttore Marco Tarquinio, ma destinato presto a naufragare tra le polemiche dei lettori. Concentrato di satira e battute di spirito sui principali temi di attualità, l’ultimo lavoro di Staino consacra l’autore e le sue creature letterarie nell’olimpo della cultura umoristica italiana. Primo fra tutti torna su carta l’iconico personaggio di Bobo nei panni della figura paterna per eccellenza, Giuseppe di Nazareth. Al ritratto di Joseph come uomo mite e bonario, rassegnato alle aspirazioni del figlio profeta ( «un mestiere ormai inflazionato e precario» ), fa da contrappunto la figura di una Maria concreta e terrena: una donna colta e intelligente che non ha rinunciato alla propria vanità, afflitta dalle preoccupazioni di una madre comune che riconosce suo malgrado la straordinarietà della propria missione.

Ci sembra di distinguere la sacra famiglia nella sua espressione più intima e esilarante, bue e asinello parlanti inclusi, come se i prodigi tramandati dalla storia fossero poco più che un racconto da spendere a cena con gli amici. Così Staino mette in scena lo scetticismo dell'uomo contemporaneo e ci suggerisce che di figure prossime al miracolo ne è piena anche l’attualità, come Luigi Di Maio che abolisce la povertà con il reddito di cittadinanza. Lo stesso contesto in cui si muove questo Gesù contemporaneo si rivela subito straniante: siamo in una Nazareth appena italianizzata, dalla piccola falegnameria di famiglia Giuseppe resiste a fatica al monopolio dell’Ikea mentre Jesus non fa che scappare nel deserto con il suo strambo amico Peter. Tra parabole antiche e sermoni improvvisati, nella Galilea moderna riconosciamo tutte le contraddizioni sociali e politiche del vecchio continente. Così nell’imperativo divino «vi farò pescatori di uomini» intravediamo una candida benevolenza nei confronti delle navi umanitarie del Mediterraneo, e proprio sul tema dei migranti si scatena pungente la penna di Staino per l’intero fumetto.

L’immagine di Gesù come peregrino inquieto e generoso non è però mai dissacrata nella sua profondità religiosa e storica, ma risulta figura incarnata e carismatica, vicina agli ultimi e invisa ai potenti.