La riforma del processo civile è stata preceduta «da una lunga fase di ascolto proprio degli avvocati». A dirlo è il guardasigilli Bonafede che nell’intervista al Sole- 24Ore di ieri, ha annunciato l’arrivo in Consiglio dei ministri del ddl. Nel testo «la negoziazione esce rafforzata» e intanto, assicura il ministro, si lavora anche per dare «maggior impulso agli arbitrati». Si punta a «valorizzare il ruolo dell’avvocato che è fondamentale nella tutela dei diritti». Anche per questo, nota Bonafede, «ho sostenuto la proposta di inserirlo in Costituzione».

Ma proprio dagli avvocati civilisti arriva un’iniziativa molto forte, che potrebbe anche indurre lo stesso governo a intervenire: l’Unione nazionale delle Camere civili ha inoltrato ai Consigli dell’Ordine degli avvocati competenti per territorio una «istanza di cancellazione delle società di capitali iscritte nei loro albi». In una nota, l’Uncc spiega di ritenere «illegittime alcune disposizioni previste dalla legge 124/ 2017, che consentono l’esercizio della professione forense a società di capitali, di cui possono far parte una pluralità di soggetti, non solo avvocati, ma anche professionisti iscritti ad altri albi e soci di capitale». Dalla normativa, si ricorda, «discende una commistione di interessi tra avvocati e imprese commerciali che ha conseguenze dirette sull’esercizio dell’attività forense, non più libera e indipendente, ma condizionata da strategie commerciali esterne. Un contesto che viola apertamente il diritto di difesa, la libertà di iniziativa economica e il diritto a un giusto processo previsti espressamente dagli articoli 24, 41 e 111 della Costituzione».

Il presidente dell’Uncc Antonio de Notaristefani spiega che l’obiettivo è «portare avanti una battaglia di sistema che coinvolge l’intera classe forense, la cui indipendenza è messa a rischio da una normativa chiaramente illegittima. Consentire a società di capitale, legittimamente guidate da interessi di ordine economico e commerciale, di esercitare la professione forense, non condiziona», ricorda de Notaristefani, «solo l’attività dell’avvocato, ma costituisce un pericolo per la stessa tutela del diritto di difesa che la Costituzione riconosce a ogni persona». Ecco perché l’Uncc, che - ricorda il suo presidente tra gli scopi del suo Statuto prevede «la promozione di iniziative che migliorino il funzionamento del sistema giuridico», ha deciso di «presentare un’istanza di cancellazione delle società di capitale con l’obiettivo di tutelare la piena autonomia della classe forense, prerequisito essenziale per poter garantire pienamente lo svolgimento di un giusto processo».