Per il momento viene chiamato Boy, ragazzo, ma forse sarebbe meglio definirlo un bambino. Non a caso, perché si tratta di un dodicenne, ed è il più giovane condannato tra le migliaia di persone che la polizia ha arrestato ad Hong Kong da quando sono iniziate le proteste, dapprima contro la cosiddetta legge sull'estradizione per poi allargarsi ad altre rivendicazioni antigovernative.

Il nome di Boy non può essere rivelato, come riporta la Bbc, in quanto minorenne. La sua è una storia che da il senso del livello della repressione che si è raggiunta nell'isola.

Il ragazzino è stato tratto in arresto lo scorso ottobre mentre andava a scuola, il giorno seguente ad una delle tante manifestazioni che percorrono settimanalmente Hong Kong. La storia è apparsa sul giornale China Morning Post che ha rivelato le modalità con le quali si è svolta la vicenda.

Il 3 ottobre Boy è stato visto da un agente in borghese usare una bomboletta spay per scrivere alcuni slogan sul muro di una stazione di polizia, nella zona di Mong Kok, e nei pressi della metropolitana alla fermata Principe Edoardo. Le scritte recitavano “maledetti poliziotti” e “annientamento divino, Hong Kong libera”.

Una colpa intollerabile per la polizia, il giorno dopo infatti alle 7 di mattina l'ufficiale che lo aveva notato si è presentato a casa di Boy per prenderlo in custodia, inoltre è stata effettuata anche una perquisizione durante la quale è stata rinvenuta la vernice nera usata per le scritte.

Jacqueline Lam, l'avvocato del ragazzino, ha tentato di circoscrivere le conseguenze penali visto che Boy ha confessato le sue “colpe”.

Secondo il legale, una notte rinchiuso in una caserma di polizia sarebbe bastata, era stata «una lezione importante» e ha chiesto alla Corte che lo ha giudicato di «dargli una possibilità visto che ha solo 12 anni».

Niente da fare, il giudice ha accettato le richieste dei pubblici ministeri e “il pericoloso sovversivo” è stato condannato ad un mese di reclusione, anche se ancora non si ha notizia certa circa l'effettiva applicazione della pena.

Il ragazzo però non è l'unico minorenne a rischiare di essere rinchiuso in una prigione, da quando è nato il Movimento di protesta ad Hong Kong gli arresti effettuati sono almeno 5mila, tra di essi molti hanno età che variano tra i 12 e 15 anni, Boy però al momento è l'unico ad essere stato condannato.

I giovani dunque rappresentano il fulcro della rivolta come è stato dimostrato dall'assedio che in questi giorni è stati posto al campus del Polytecnic University ( Polyu). I violenti scontri tra polizia e studenti hanno portato all'arresto di almeno un migliaio di ragazzi, centinaia avevano meno di 18 anni come ha confermato anche la polizia.

Ieri molti tra gli ultimi difensori asserragliati all'interno, hanno lasciato l'università per ragioni mediche.

Scarsità di cibo e ipotermia hanno infatti impedito un'ulteriore resistenza ai ragazzi. Ora rimane solo un piccolo drappello di studenti dietro le barricate.