Tasse basse in Costituzione. E l’ultima trovata di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in una lettera indirizzata ai militanti di FI scrive: «come sapete, la battaglia contro l’oppressione fiscale - insieme a quelle contro l’oppressione burocratica e l’oppressione giudiziaria - è da sempre uno dei contenuti più importanti della nostra azione politica. Le tasse sono in qualche modo il simbolo di ciò che vogliamo combattere: noi crediamo che la persona venga prima dello Stato, che sia portatrice di diritti per natura e non perchè lo Stato glieli concede. Di conseguenza lo Stato - per noi liberali - non può privare i cittadini dei frutti del loro lavoro, se non per una quota limitata strettamente necessaria al funzionamento dei servizi che lo Stato deve garantire. L’esperienza di questi anni», prosegue nella missiva l’ex premier, «ci ha insegnato che porre un limite alla voracità dello Stato è molto difficile se non esistono regole che limitino i poteri dei governi, che sono sempre tentati di ricorrere allo strumento fiscale per aumentare le proprie capacità di spesa e quindi il loro potere. Per questo i nostri gruppi parlamentari - riprendendo progetti già studiati da tempo dagli economisti più vicini a noi - hanno preparato un progetto di modifica alla Costituzione volto a fissare un tetto all’imposizione fiscale: lo Stato non potrà mai, per nessuna ragione, imporre una tassazione superiore a un terzo della ricchezza totale prodotta nel Paese durante l’anno, nè ad un singolo contribuente, persona fisica, famiglia o impresa, potrà chiedere più di un terzo dei suoi guadagni.

Abbiamo detto molte volte che questo è il livello più alto che il comune senso di giustizia possa tollerare. Una tassazione più alta viene percepita come un sopruso», spiega ancora l’ex presidente del Consiglio, «e invoglia chi può ad evadere le tasse: una scelta sbagliata ma spesso inevitabile di fronte alla rapina di Stato».