L’ultima volta che da Bruxelles hanno spedito una lettera di “chiarimenti”, era il 30 maggio 2019. Due mesi dopo il governo gialloverde è naufragato. Un caso? Forse.

Fatto sta che l’annuncio di una nuova lettera ha inquietato, e non poco, il nuovo governo che nel frattempo è diventato giallorosso.

Insomma, come se non bastassero le fibrillazioni interne su contanti ed evasione fiscale, l’Unione europea mette di nuovo il suo carico da novanta e complica ancora di più la complicatissima partita sulla manovra. La lettera della Commissione europea dovrebbe contenere la richiesta di informazioni supplementari sulla bozza presentata la scorsa settimana. E il governo si prepara a rispondere sulle coperture entro mercoledì.

Da palazzo Chigi fanno inoltre sapere che non si aspettano alcuna richiesta di modifica al progetto di Bilancio, così come accaduto ad esempio lo scorso anno. Non sarebbero cioè in discussione né l'impianto né i saldi della manovra, ma Bruxelles dovrebbe limitarsi a chiedere chiarimenti e ulteriori approfondimenti su alcune misure di copertura.

La richiesta della parte della Commissione rientra in quanto previsto dall'articolo 7 del Regolamento 473/ 2013, e prevede che l'esecutivo Ue possa chiedere ai Paesi membri chiarimenti preliminari sui loro progetti di bilancio qualora ravvisi possibili rischi di violazioni del regole comunitarie sui conti pubblici. La missiva è stata inviata anche negli anni passati, nel 2014, nel 2016, nel 2017 e nel 2018.

In mattinata, intanto, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato il ministro degli Esteri e capo politico del M5s, Luigi Di Maio, per fare il punto sulla manovra e per forse anche per chiarirsi.

Da Perugia, infatti, il premier aveva lanciato una sorta di ultimatum: «Il piano anti- evasione non può essere né smantellato né toccato aveva detto -. Io ho iniziato con il M5s che gridava ’ onestà onesta» e tutte le forze politiche non devono tirarsi indietro. Bisogna fare squadra, chi non la pensa così è fuori dal governo». «Senza i 5 Stelle il governo non esiste», era stata la risposta di Di Maio. Quindi il passo indietro di Conte e l’invito alla calma: «Dobbiamo tutti calmarci e parlarci di più, non sui giornali o dai salotti televisivi - aveva precisato Conte - Dobbiamo evitare contrapposizioni e stare uniti, altrimenti fare le cose che abbiamo promesso sarà impossibile».