Nicola Morra, presidente M5S della commissione Antimafia, è convinto che quello andato in scena ieri sia solo l’inizio di una serie di nuovi interventi volti a razionalizzare il sistema Italia.

Alla fine ce l’avete fatta, dopo anni di tentativi siete riusciti a portare tutti sulla vostra linea. Come avete fatto ?

Portando semplicemente il provvedimento in Aula. E al quarto voto, tanti partiti che molte volte hanno cercato di distrarre l'opinione pubblica sono stati chiamati ad assumersi le loro responsabilità. Adesso anche chi votava contro voterà a favore. E questo è un risultato ascrivibile alla tenacia del Movimento 5 Stelle.

Sì, ma tenacia a parte, a cosa serve questa riforma?

Come ha suggerito ieri il professor Neppi Modona sul Fatto quotidiano, e ancor prima sul Dubbio, la riduzione della quantità dei parlamentari dovrebbe migliorare la qualità degli eletti. Anche perché, avendo meno persone da scegliere si spera che la scelta sia più intelligente, più critica e più ponderata. Poi ci sono i vantaggi economici, non soltanto legati alla riduzione di spesa per il Parlamento, ma legati al fatto che una egual filosofia di riduzione di numeri eccessivi, pletorici, potrebbe investire altri organismi.

Quali altri organismi?

Ci sono organismi, seppur non elettivi ma cooptati, il cui numero dei componenti è altrettanto pletorico. Penso per esempio a tanti consigli d'amministrazione di società partecipate su cui si potrebbe intervenire.

Ma davvero il risparmio di qualche decina di milioni di euro l'anno vale la riduzione del numero dei parlamentari?

No, la rappresentanza verrà migliorata, o almeno questo è l'auspicio. Ricordo che ad oggi ci sono purtroppo decine di assenteisti senza giustificato motivo e fin quando le persone non capiranno che non si possono più permettere certi lussi si ripeterà il malcostume. Per questo siamo convinti che questa riduzione innalzerà il livello degli eletti.

In molti vi rimproverano di aver osteggiato la riforma costituzionale voluta da Renzi che in qualche modo avrebbe ottenuto effetti analoghi in termini numerici e maggiore efficienza, in termini legislativi.

La riforma renziana era di tutt'altra natura: attribuiva al Parlamento funzioni diversissime. Questa nostra riforma è invece molto più semplice perché riduce esclusivamente l'altissimo numero di parlamentari.

La maggioranza dovrebbe uscire rafforzata da questa prova. Eppure lei è tra i più fieri nemici dell'alleanza col Pd in Calabria alle Regionali. Perché non è possibile estendere l'alleanza di governo anche alle Regionali?

In Calabria c'è uno dei peggiori Pd d'Italia. E prova ne è anche la capacità dello stesso Partito democratico di passare da un risultato trionfale alle Amministrative del 2014 a risultati ben più modesti alle politiche del 2018 o alle Europee del 2019.

Esclude un'alleanza a causa di un insuccesso elettorale?

No, io mi concentro semmai sul boom delle Amministrative, perché è in quel tipo di competizione elettorale che si annidano i rischi maggiori di clientelismo. Quando poi l'opinione pubblica calabrese recupera libertà di voto come alle Politiche o alle Europee, perché c'è un minor legame con il candidato, si sposta verso altri protagonisti politici. Il Pd deve ammettere che in Calabria rappresenta una forza di condizionamento sociale, di offerta politica drogata, di clientela.