La legge che, una volta approvata, potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro di quella che viene chiamata gig economy. Fattorini, autisti, addetti alle pulizie, operai fino a coloro che lavorano nei saloni di bellezza, dipendenti a tutti gli effetti ma trattati come collaboratori.

E' quello che sta succedendo negli Stati Uniti, lo stato della California infatti sta per varare un provvedimento che obbligherà le aziende, che usano manodopera saltuariamente gestendo il lavoro con le app, ad applicare per questi lavoratori una serie di tutele vigenti attualmente solo per i contrattualizzati.

Colossi come Uber o Lyft, solo per citare i più famosi, si troveranno dunque davanti l'obbligo di riconoscere lo stato di lavoratore dipendente per chi viene impiegato normalmente nell'attività delle aziende ed è sottoposto a controllo da parte dei datori di lavoro. In California dunque circa un milione di persone potrebbero godere di diritti come la mutua, il salario minimo orario o il sussidio di disoccupazione.

La legge è già passata al senato dello Stato e ora dovrà superare lo scoglio della Camera anche se pare scontata la sua approvazione. Ciò sarebbe un successo per i Democratici visto che proprio il governatore Dem, Gavin Newsom, è stato uno dei promotori maggiori dell'iniziativa legislativa. Il provvedimento dovrebbe andare in vigore dal 1 gennaio del prossimo anno ma le aziende interessate stanno già alzando le barricate.

E' stata respinta una richiesta di proroga, mentre la Door Dash, player delle consegne a domicilio, ha annunciato che ha già pronto un investimento di 90 milioni di dollari per promuovere un referendum contro la legge.

Si stima che le imprese dovranno aumentare le spese almeno del del 20- 30% ma non ci sono ancora dati complessivi su quanto le legge influenzerà l'intero comparto, si tratta di capire infatti cosa succederà in altri stati dove sono in discussione provvedimenti dello stesso tenore.