«La Lombardia non può accettare» che sanità e scuola vengano escluse dall'autonomia regionale differenziata. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, non gradisce il cambio di atteggiamento della nuova maggioranza nei confronti della riforma più cara agli amministratori del Nord: l'autonomia. E a margine del forum Ambrosetti di Cernobbio spiega: «La sanità è uno degli ambiti su cui notiamo le maggiori difficoltà a proseguire e sulla scuola credo non potrebbero neppure loro non considerarla, tenuto conto che esiste una sentenza della Corte costituzionale che già dichiara che le Regioni possono organizzare una parte di questa materia». Insomma, Fontana non si accontenta di riforma soft, pretende di portare a casa tutto il pacchetto stabilito dal referendum regionale. E avverte: se il governo dovesse escludere le due materie, «faremo una legge nel rispetto di quella sentenza della Corte costituzionale». Il modello emiliano di autonomia, quello meno invasivo richiesto dal governatore Stefano Bonaccini, non interessa ai lombardi. «Loro vogliono solo la formazione, ma dato che noi quest'anno abbiamo quasi 14mila cattedre vuote, vorremmo poter dare il nostro contributo per fare in modo che dall'anno venturo i nostri ragazzi non abbiano questa difficoltà», mette in chiaro Fontana, rispondendo implicitamente al neo ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che pochi giorni fa aveva segnalato la necessità di una revisione attenta delle richieste autonomiste, in linea col dettato costituzionale. Ma a replicare al governatore lombardo della Lega, ci pensa quello campano del Pd, Vincenzo De Luca. «Siamo ancora convinti di dover difendere l'unità nazionale sì o no, senza equivoci e senza retropensieri», dice a margine del Forum. Con gli altri governatori presenti, «ho un rapporto di amicizia e cordialità, soprattutto con Attilio Fontana. È una persona per bene e un amico, sono convinto che ci siano tutte le possibilità per trovare un'intesa ragionevole anche sull'autonomia».  L'importante, secondo De Luca, «è non toccare la scuola e la sanità pubbliche e poi difendere le ragioni del Sud. Ho proposto un'operazione verità: diamo mandato alla Banca d'Italia e all'ufficio Bilancio di Camera e Senato di esaminare le risorse che effettivamente arrivano al Sud, quale che sia poi il risultato». La Campania, in particolare, secondo De Luca riceve «meno risorse di tutti: 200 euro in meno rispetto all'Emilia Romagna e 100 euro in meno pro capite rispetto a Lombardia e Veneto. Questi sono i dati reali. Dobbiamo fare questa operazione di verità, così siamo tranquilli tutti quanti».