Bisognerà ancora attendere per conoscere il successore di Giuseppe Pignatone. Sicuramente dovranno prima celebrarsi le elezioni, in programma il primo fine settimana di ottobre, indette per sostituire i due consiglieri dimissionari dopo lo scandalo che ha coinvolto lo scorso maggio il Consiglio superiore della magistratura.

Solo ad organico completo si deciderà allora il destino della Procura di Roma, attualmente retta dall’aggiunto Michele Prestipino.

Al momento l’unica certezza è il voto espresso il 23 maggio dalla Quinta commissione di Palazzo dei Marescialli, competente per gli incarichi direttivi. Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, era stato all’epoca il più votato: per lui si erano espressi i togati di Magistratura indipendente e Autonomia e Indipendenza, Antonio Lepre e Piercamillo Davigo, e i laici in quota Lega e M5s Emanuele Basile e Fulvio Gigliotti. Un voto a testa per il procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, e per quello di Firenze, Giuseppe Creazzo, da parte, rispettivamente, dei togati Mario Suriano ( Area) e Gianluigi Morilini ( Unicost). Sia Viola che Lo Voi sono vicini al gruppo di “Mi”, Creazzo a Unicost. La commissione, per ottimizzare i tempi, aveva evitato di procedere all’audizione dei tredici aspiranti.

Audizione, va comunque ricordato, non obbligatoria ma facoltativa in caso sia necessario un approfondimento sui candidati.

La richiesta di effettuare le audizioni dei candidati, chiesta da Suriano e appoggiata da Gigliotti e Morlini, era stata respinta da Basile, Davigo e Lepre. La discussione finale in Plenum era prevista per la prima settimana di giugno. Il 29 maggio, invece, un articolo apparso sulla Repubblica dal titolo “Corruzione al Csm, il mercato delle toghe” aveva bloccato quella che sembrava una nomina ormai decisa.

Essendo improbabile la ripetizione del voto in commissione, la cui presidenza è stata nel frattempo affidata al consigliere Suriano, la parola finale spetterà dunque al plenum.

Con il cambio degli equilibri a causa delle dimissioni dei togati — Area è adesso il primo gruppo associativo — la nomina di Viola è in bilico. Ma non solo. C’e anche un altro scenario: il Plenum potrebbe infatti anche decidere per un ritorno della pratica in commissione. A quel punto i tempi per il voto finale si allungherebbero ancora di più con esiti incertissimi.