Al via “Di là dal fiume”, il festival itinerante che, dal 25 agosto al 4 settembre, si snoderà lungo undici luoghi inediti del XII Municipio di Roma: tra la Stazione Trastevere, Porta Portese e Ponte Testaccio con incursioni a Trastevere e Ponte Marconi. La rassegna curata dall’Associazione Culturale Teatroinscatola rientra nel programma dell’estate romana promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale, e realizzata in collaborazione con Siae. Musica, canzoni, poesie, letture, installazioni sonore, conversazioni sceniche, passeggiate nell’archeologia industriale e pedalate lungo il fiume alla riscoperta di undici palcoscenici insoliti: un barcone che dal Ponte Marconi si muoverà lungo il Tevere in direzione Magliana o la piscina anni ‘ 30 dell’impianto sportivo capitolino di Largo Ascianghi, ex Casa della Gioventù Italiana del Littorio ( GIL) dell’architetto Luigi Moretti.

Un programma corposo di proposte artistiche dunque con “Di là dal fiume” alla seconda edizione che, nelle intenzioni dei promotori, intende rendere omaggio ai momenti culturalmente migliori della ricerca teatrale degli anni Settanta. “Di là dal fiume, la città di tutti – ricorda il poeta Marco Giovenale, tra gli artisti presenti - quando ad esempio Simone Carella sceglieva una piscina per una performance e Fabio Sargentini un barcone sul Tevere. Iniziative che disseminavano nei quartieri non solo idee ma davano vita a strutture leggere, parole e figure sull’acqua, in barca, oltre il fiume, facendo così uscire il teatro da sé stesso e l’arte – anzi le arti – dalle gallerie. E’ in questa ottica che Teatroinscatola ha fatto rivivere per una notte due spazi leggendari: il Beat 72, di via Belli, e la galleria l’Attico, di via Beccaria. Non diversamente, come terza “riapertura per un giorno”, si potrà entrare, insieme a Pippo Di Marca, nello spazio La Fede, la cantina teatrale di Giancarlo Nanni. Daccapo dunque tornano ad assieparsi felicemente voci e ascolto”.

Si inizia domenica 25 agosto, alle ore 19.00, nel Giardino della Fondazione Santa Francesca Romana, vicolo di Santa Maria in Cappella 6, con “La metafisica della bellezza - Lettere dalle case chiuse” di e con Elena Arvigo, tra le più apprezzate protagoniste del teatro indipendente italiano. Lo spettacolo, in questa occasione sotto forma di lettura, nasce dalle lettere che le donne delle “case chiuse” - descritte come veri e propri lager scrissero alla senatrice Merlin perché, durante l’iter legislativo, non demordesse dai suoi intenti. Le lettere delle prostitute alla senatrice Merlin furono raccolte dalla stessa Merlin e da Carla Barberis, moglie di Sandro Pertini, e la loro autenticità è garantita dagli originali, oggi depositati presso un notaio.

“Le varie forme d’arte vanno incontro alla città e ai cittadini- continua Giovenale - si esce così dal noto, dal recinto, dal sé in definitiva, appunto come accadeva con le scorribande e navigazioni che partivano dall’Attico, o con il progetto La città del teatro, di Carella, che – nella migliore tradizione del dialogo tra fruitori e artisti – lasciava il palcoscenico e si addentrava in quella che Montale avrebbe chiamato la “vita di tutti”. E la città di tutti, dovremmo forse aggiungere.”

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti; www. teatroinscatola. it