Donna coraggio. Così don Maurizio Patriciello ha esortato a ricordare Nadia Toffa. «Come si fa a comprendere una ragazza bella che decide di parlare apertamente della sua malattia? Più terribile della malattia c’è solo la vergogna di essere malati - ha spiegato dal pulpito -. Negli ultimi giorni tutti sapevano che il suo silenzio significava la cosa peggiore. Lei ha avuto il coraggio di chiamare il cancro con il suo nome. Noi nella Terra dei fuochi non ne abbiamo il coraggio, la chiamiamo “la brutta malattia” perché abbiamo paura. Sei stata autentica, cocciuta, tosta, coraggiosa, una “Iena” ma anche una colomba. Per Nadia la vita è stata vita fino all’ultimo respiro. Lei ha detto: «La preghiera è un abbraccio». Non dimentichiamolo, abbiamo il dovere di dirlo a tutto il mondo. Abbiamo il dovere di ricordare a tutti la sua lotta. Dobbiamo raccogliere quello che ha lasciato perché nulla di quello che ha lasciato, nulla vada perduto».

Il vescovo, Pierantonio Tremolada, ha ricordato che Nadia «si è sempre detta orgogliosa di essere bresciana. Aveva passione per la vita vera». Grande commozione dentro e fuori dalla Cattedrale: «Ripeteva sempre di sorridere alla vita», ha ricordato una nipote. «Ciao Nadia, ci mancherai», così invece amici e colleghi hanno salutato il feretro alla fine della funzione. Toccante il messaggio degli autori delle Iene. «Ci aveva convinto che da questo cancro sarebbe guarita, era impossibile dire di no a Nadia Toffa», ha spiegato Max, uno degli autori della trasmissione Mediaset, «e oggi hai unito gli amici, i tuoi colleghi, la tua famiglia, la tua famiglia delle Iene. Senza di te niente sarà più come prima. Sei magica, ciao». Davide Parenti, ideatore del programma di Italia Uno, ha deposto sulla sua bara chiara la cravatta nera, simbolo della redazione del programma.

«Detestava l’ingiustizia, era una rompicoglioni terribile che non staccava mai, una persona autentica e la gente l’ha capito», ha affermato l’ex Iena Enrico Lucci. La messa si è chiusa tra gli applausi commossi e con l’Hallelujah di Leonard Cohen intonato all’uscita del feretro, salutato con un «Ciao guerriera». Alcuni giovani indossavano una maglietta con la scritta «Ie jesche pacce pe te!», in tarantino «Io esco pazzo per te», un progetto benefico a sostegno dell’oncologia pediatrica che era stato «sposato» dalla conduttrice. «Siamo qui», hanno detto in piazza, «per rendere omaggio all’onestà di Nadia che ci ha insegnato a lottare a testa alta senza paura». Tra migliaia di persone comuni anche i colleghi dellavTv de Le Iene e dei programmi Mediaset.