Anche la Giustizia ha la benda sugli occhi. Nell’iconografia classica è volutamente rappresentata incapace di vedere: perché la cecità è garanzia di imparzialità. La benda sugli occhi di Christian Gabriel Natale Hjort di imparziale non ha nulla: piuttosto squaderna una coercizione non degna di un Paese civile. Nei commissariati di Ps e nei comandi dei Carabinieri l’osservanza delle regole dello Stato di diritto è un obbligo, non un optional. Il Pg Salvi e i responsabili dell’Arma garantiscono che tutto si è svolto con correttezza. Devono essere creduti, come devono essere garantiti i diritti di un inquisito. In ogni caso lo sconcerto - e diciamolo: la vergogna - per una foto che ha fatto il giro del mondo ed è un colpo di maglio all’immagine dell’Italia, resta e nessuno la può cancellare.

Meglio chiarirlo. L’efferatezza con cui Mario Cerciello Rega è stato trucidato provoca orrore e sgomento. Nessuna giustificazione è possibile. Di fronte ad una simile tragedia l’unica cosa da fare è chinare il capo e rimanere in silenzio dinanzi al dolore che ha colpito una famiglia e che niente potrà mai lenire.

Poi però c’è la giustizia, quella degli uomini. Che deve muoversi secondo regole che tutelino chi indaga e chi è accusato. Lo Stato le osserva garantendo che la sua azione punitiva non diventerà mai vendetta. E’ ciò che distingue la civiltà del diritto dalla barbarie: teniamocela stretta, per un garantismo continuo e non ad intermittenza.

Però c’è un elemento che non può essere accettato. Quella specie di legge del taglione al contrario per cui chi si erge come vindice risulta ossessionato dal fatto che la benda sugli occhi di un indagato depotenzi la forza coercitiva del castigo. Non è così. Non può essere così. Le due cose - l’accertamento delle responsabilità in un equo processo e il rispetto dei diritti - non possono che viaggiare assieme perché sono altrettanti pilastri della giurisdizione. Chi fomenta quel timore non fa altro che picconarli: uno o entrambi non fa differenza. Bisogna spiegare ai cittadini come funzionano le regole giudiziarie: è un fatto cogente. Lo devono fare gli inquirenti che solo così mantengono inalterata autorevolezza e rispetto.

Lo devono fare gli esponenti politici, a maggior ragione se ricoprono incarichi di governo. Non possono né devono dimenticare che hanno giurato sulla Costituzione. O la rispettano, o lasciano.