Dopo l’UCPI, ora è l’Ordine degli Avvocati di Roma a stigmatizzare quanto accaduto durante la trasmissione tv “Quarto grado” la sera dell’arresto di Antonio Logli, condannato dalla Cassazione per l’omicidio della moglie.

L'iniziativa dell'Ordine Secondo quanto scritto dal Presidente Antonino Galletti «l'arresto di un uomo in diretta tv, i commenti dallo studio, il silenzio dei presenti - perfino alcuni avvocati - dinanzi a una tale barbarie» hanno rappresentato «un episodio increscioso, davanti al quale il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma ed io personalmente in qualità di suo Presidente, abbiamo ritenuto di dover intervenire per porre un freno a questa deriva inammissibile segnalando immediatamente la vicenda al Garante per il Diritti delle Persone Detenute».

Una scelta dettata dalla gravità delle circostanze è stata riconosciuta dallo stesso Garante, che ha segnalato a sua volta l’accaduto all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, «nell’ottica della collaborazione istituzionale volta a contrastare il linguaggio dell’odio e a fondare una cultura condivisa informata al rispetto della dignità di ogni persona».

Violata la persona Il presidente Mauro Palma ha sottolineato infatti che «la ripresa nel suo complesso ha rappresentato una indecorosa rappresentazione dell'atto di traduzione in carcere della persona appena condannata, rendendo ai telespettatori elementi di vita familiare, di intimità, di sofferenza del tutto estranei all’informazione sulla vicenda processuale».

Nella stessa comunicazione all’AGCOM, il Garante ha anche segnalato l’inopportuna diffusione dell’immagine dei rilievi fotosegnaletici di Carola Rackete mentre era in stato di arresto.