Si è dimesso dalla presidenza dellAssociazione nazionale magistrati Pasquale Grasso, dopo le polemiche degli ultimi giorni sullo scandalo toghe e le dimissioni dalla corrente di Magistratura Indipendente. Dimissioni annunciate oggi, nel corso della riunione del Comitato direttivo centrale, che si è rivelata tesissima. In un momento delicatissimo per la magistratura, la seduta della riunione del sindacato delle toghe, per il rinnovo della giunta, dopo lennesimo passo indietro in questa intricata vicenda, quello di Antonello Racanelli, procuratore aggiunto a Roma e leader di Magistratura indipendente, che ha lasciato la segreteria della sua corrente. «Mi farò da parte se richiesto, non avendo intenzione di invelenire una situazione già molto complicata - ha affermato Grasso nel suo discorso di apertura - Chiedo a tutti, però, una posizione chiara e un'assunzione di responsabilità». Ma i segnali di sfiducia, nel corso della riunione, sono stati tanti da non poter fare altro che rassegnare le dimissioni. «Vi comprendo - ha sottolineato - e ovviamente rassegno le mie dimissioni. Vi rispetto molto più di quanto voi abbiate dimostrato di rispettare me. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Pasolini ricordava che  i moralisti dicono no agli altri, l'uomo morale dice no a se stesso». oerenza della linea di azione, politica, giuridica e morale, che, come presidente dell'Anm, componente di questo Comitato direttivo centrale e come magistrato, ho proposto e seguito. Nell'iniziale deflagrare di notizie di stampa, la chiara affermazione e rivendicazione di un principio non negoziabile: no a qualsiasi forma di cessione dell'autogoverno, centralità del Consiglio, decisa affermazione del fatto che coloro i quali avessero operato nel modo descritto dalla stampa non potevano essere o rimanere rappresentanti dei magistrati nel Consiglio. Questo - ha affermato - il chiaro senso di ogni mia dichiarazione privata e pubblica», fino all'abbandono del gruppo di Magistratura Indipendente, per «una netta frattura tra il sottoscritto e la dirigenza di MI». Nei giorni scorsi, Grasso aveva chiesto le dimissioni dal Csm dei magistrati coinvolti, evidenziando che «lautosospensione non basta» e che questa è lora «più nera per la magistratura».