«Lautonomia degli operatori del diritto costituisce una delle principali garanzie dello Stato di diritto cui tutti aspiriamo. In quanto tale, lautonomia è al tempo stesso precondizione e risultato di una macchina della giustizia funzionante. Questultima deve essere lo scopo cui mirare, destinando a questo settore nevralgico risorse adeguate. Da questo punto di vista, il calo di disponibilità che ha colpito questo, come altri servizi pubblici, costituisce una grave disgrazia». Lo ha detto lavvocato Antonella Trentini, presidente di Unaep (Unione nazionale avvocati enti pubblici), intervenendo al congresso della Giustizia amministrativa che si è tenuto a Roma. «LItalia è il Paese degli avvocati, 391 ogni 100mila abitanti, 4 volte la Francia, 2 volte la Germania, mentre i giudici nel loro complesso sono pochi: appena 11 su 100mila abitanti, meno della metà della Germania. Se consideriamo i soli giudici amministrativi il rapporto crolla vertiginosamente. Ciò significa che in Italia sono più quelli chiamati a interpretare la legge di quelli che la devono applicare», ha ricordato Trentini, che ha sottolineato come «nellarco temporale di un decennio si è passati dai 3.772 avvocati pubblici del 1999, pari al 3,43% degli avvocati italiani, ai 4.552 del 2017, pari all1,85% degli avvocati, che sono passati dai 109.818 del 1999 a 245.631. Quindi mentre in 10 anni gli avvocati pubblici sono cresciuti di sole 780 unità in tutta Italia, il libero foro è aumentato di 135.813 unità. Se sommiamo gli avvocati dello Stato non si raggiungono le 5.000 unità di difesa erariale». Secondo il presidente di Unaep «la progressiva privatizzazione, sempre più spinta, della pubblica amministrazione trascina con sé quella della giustizia amministrativa, che è sempre più giudice delleconomia e che deve conoscere sempre più del diritto comune, di quello transfrontaliero, di quello delleconomia, dello stato degli individui».