Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria - in Giappone per il G20 finanziario - ha commentato duramente l'ipotesi di introdurre in Italia i cosiddetti mini-bot (titoli di stato di "piccolo taglio", con cui lo Stato pagherebbe i propri debiti): "Il ministero ha già dato parere negativo: in un'interpretazione, quella del debito, non servono. Nell'altra (che siano una moneta parallela),  ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti". Anche Mario Draghi si era già precedentemente espresso contro l'utilizzo di questo strumento, da sempre cavallo di battaglia dei leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai: "O sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale". Contraria anche Confindustria, con i giovani che arrivano a paragonarli "ai soldi del Monopoli". Il tema è tornato centrale nel nostro dibattito pubblico, perchè in settimana è stata approvata in Parlamento una mozione (quindi senza valore vincolante) sul pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione. All'interno della mozione si citava in un breve passaggio la possibilità di creare "strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio". La mozione è stata approvata anche con i voti di Pd e +Europa, che però hanno ammesso di essere contrari ai minibot e di non essersi resi conto che il testo era stato modificato.