La lettera che il governo avrebbe dovuto inviare entro venerdì per rispondere ai rilievi di Bruxelles, è diventata un caso. L’ennesimo. L’anticipazione in cui il ministero annunciava un taglio netto del welfare è stata smentita pochi minuti dopo la sua pubblicazione e, soprattutto, dopo la replica gelida di Luigi Di Maio: «Di quella lettera non so nulla». Pochi minuti dopo è arrivata la marcia indietro di Giovanni Tria: «I contenuti non corrispondono alla realtà», tuonava mentre i siti italiani pubblicavano l’originale della lettera. In tarda serata la lettera del governo italiano in risposta ai rilievi di Bruxelles sul debito pubblico finalmente è arrivata. Nel nuovo testo firmato dal ministro Tria a proposito di welfare si dice che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Resta invece la parte che annuncia il progetto di introduzione della flat tax, che però "sarà attuato nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo".

Le cose erano parite in modo diverso. Alla lettera della Commissione europea il ministro dell’Economia risponde mostrando ottimismo nel futuro. E apre alla possibilità di fare la flat tax non in deficit ma usando i risparmi del welfare e la riforma fiscale. Cosa che piace pochissimo a Di Maio. Eppure la giornata è pesante: l’Istat certifica che l’economia è ferma, lo spread supera i 290 punti e dice che stiamo peggio della Grecia. Ma Tria guarda oltre: il Governo sta avviando nuova revisione della spesa: «Riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020- 2022». L’allusione è relativa al reddito di cittadinanza che dovrebbe costare, secondo il neo presidente Inps, un miliardo meno del previsto. «Inoltre siamo convinti che una volta che il programma di bilancio sarà finalizzato in accordo con la Commissione europea, i rendimenti dei titoli di Stato italiani diminuiranno e le proiezioni relative alla spesa per interessi saranno riviste al ribasso». Il ministro annuncia una riforma fiscale: «Ulteriori misure per semplificare il sistema fiscale e migliorare la fedeltà fiscale. Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare, fatti salvi gli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020- 2022, l'imposta sul reddito delle persone fisiche, riducendo il numero degli scaglioni e la pressione fiscale gravante sulla classe media. Si effettuerà anche una revisione di detrazioni ed esenzioni fiscali». Di qui la previsione che «il disavanzo per l’anno in corso potrebbe essere minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni ufficiali». Le ultime proiezioni del governo Italiano «indicano che il disavanzo dovrebbe attestarsi al di sotto delle previsioni della Commissione». Per quanto riguarda lo scenario programmatico di finanza pubblica descritto nel programma di stabilità, il Governo «intende ridurre gradualmente il disavanzo nominale all’ 1,5% del pil nel 2022, l’ultimo anno del programma, con un miglioramento complessivo del saldo strutturale di quasi 0,8 punti percentuali. L’avanzo primario raggiungerebbe così il 3,1% su base strutturale nel 2022». Per il 2020, scrive Tria, «intendiamo conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In base alle ultime previsioni macroeconomiche ufficiali, il disavanzo nominale scenderà al 2,1 per cento del Pil».