«Le urne hanno dimostrato che un altro governo è possibile. Non non abbiamo fretta, ha fretta l’Italia”. Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia, non trattiene la soddisfazione per il risultato alle Europee, che porta il partito ben oltre la soglia di salvezza e lo incorona come unico - insieme alla Lega ormai dilagante - a riuscire nell’impresa di crescere in numeri assoluti di votanti.

Senatore, un exploit atteso?

Un exploit che conferma in modo netto ciò che già è successo nelle scorse tornate elettorali alle Regionali. Cresciamo solo noi e la Lega e cresciamo sia rispetto alle passate elezioni Politiche che alle passate Europee: questo è un dato a destra. A sinistra, bisogna riconoscere anche una piccola crescita del Pd rispetto alle precedenti Politiche.

Come analizza questo dato?

Innanzitutto le dico che è un dato che vale moltissimo, perché zittisce per forza di cose le tante Cassandre, che dicevano che la crescita della Lega avrebbe prosciugato noi. Invece, la nostra scelta politica di coerenza ha pagato.

Ha pagato la scelta del “passo di lato” rispetto al governo?

La scelta di non stare al governo coi 5 Stelle ha sicuramente pesato. I motivi sono molti, uno è quello che Giorgia Meloni chiama il fatto di essere monogami. Noi non abbiamo mai strizzato l’occhio ai 5 Stelle o a ipotetici patti del Nazareno. Questo è stato un valore che gli elettori hanno visto, riconosciuto e gradito, anche ora alle Europee.

Quanto ai temi vi avvicinate molto alla Lega, invece.

I nostri temi non sono molto diversi da quelli che avevamo sottoscritto con Lega e Forza Italia alle passate politiche: quello che ci differenzia non è l’argomento teorico, ma il comportamento pratico. Noi abbiamo dato dimostrazione di essere coerenti e di non deflettere né verso destra, né tanto meno verso sinistra.

Eppure non scegliete i toni di Salvini, nel condurre la campagna elettorale.

Lo stile nazionalpopolare di Salvini è premiante per la Lega, per noi invece è premiante la “secchioneria” di Giorgia, come si definisce lei stessa. E’ di certo qualcosa di più difficile da affermare, ma gestire i temi in modo documentato e serio serve e noi lo abbiamo dimostrato.

Secondo una proiezione sulle prossime politiche, per fare un governo basterebbero Lega e Fratelli d’Italia. E’ fantapolitica?

Guardi, noi non vogliamo bastarci né escludiamo nessuno. L’obiettivo per il domani, quando finalmente si deciderà di mettere in panchina questo pateracchio di governo gialloverde, è di non dare alibi al presidente Mattarella per dire che una maggiornaza non c’è. Ecco: ora le urne hanno mostrato che una maggioranza coesa già esiste.

E Forza Italia che fine farà?

Ripeto: noi non escludiamo nessuno, ma non vogliamo che il prossimo governo di centrodestra si trovi a discutere su alcun punto. Forza Italia, per farne parte, deve uscire da ogni equivoco e che ora si trovi in una condizione di confusione è evidente a tutti. Berlusconi rimprovera i suoi per un attacco ai suoi collaboratori, Tajani litiga con Toti, Miccichè dice che bisogna guardare al centrosinistra, Toti ancora dice che bisogna costruire una nuova struttura…

E quindi è sempre più lontana dall’alleanza?

La nostra linea è: quando Forza Italia si sarà chiarita al suo interno e se questo chiarimento la porterà a ritenersi compatibile con un progetto che possiamo definire anche sovranista, allora le porte sono aperte. Fino ad allora, però, deve essere chiaro che una maggioranza c’è già, anche senza Forza Italia.

Nessuna obiezione, quindi?

Io non ne ho alcuna, ma Fi deve riconoscersi nel progetto che Lega e Fratelli d’Italia vogliono svolgere in parallelo. Dico di più: io auspico che questa maggioranza si rafforzi oltre il 40% che gli italiani già ci hanno assegnato alle Europee.

Il 40% basta?

Facendo un passo indietro, vorrei ricordare che il centrodestra unito alle scorse politiche è arrivato al 37% e per un soffio non ha potuto costruire la sua maggioranza. Ora il 40% c’è.

Prima lei ha definito la futura possibile maggioranza “sovranista”. Che cosa intende?

Io non ho difficoltà con questo termine, che aiuta a semplificare la nostra direzione. Per noi, “sovranista” significa centrodestra moderno, in cui noi di Fratelli d’Italia siamo conservatori nello scacchiere Europeo, invece Salvini e la Lega si riconoscono in un gruppo diverso.

A questo punto la domanda è spontanea. Cadrà il governo?

Non dipende da noi e nemmeno abbiamo mai pressato nessuno. E’ chiaro però che questo governo ha esaurito il suo compito. Io però non butto la croce addosso a Salvini: era logico, nella sua posizione, provare a costruire un governo politico. L’alternativa era un governo tecnico, ovvero il peggiore dei mali. All’epoca, noi abbiamo detto a Salvini di andare avanti da solo, ora però ha sbattuto la testa contro il muro e credo si sia capito che questo Esecutivo debba concludere la sua parabola.

Ha in mente una data?

Lo dica il governo, ma da quello che si legge sui giornali credo che la vita sia breve. Se tutte le liti prima delle Europee potevano essere lette come un gioco elettorale tra le parti, il fatto che queste eterne discussioni continuano è indice di una incompatibilità di fondo. Quello che penso è che prima il governo cessa meglio è, ma non siamo noi ad avere fretta, è l’Italia.

Servirà un casus belli, come ad esempio l’aumento dell’Iva?

Guardi, a me sembra che sorga ogni minuto un casus belli. La ragione profonda per cui questo governo non può andare avanti è un’altra: un governo non può essere fatto per contratto, per di più tra persone che odiano visceralmente la parte contrattuale in cui devono dare, invece che avere. Per essere chiari: i 5 Stelle hanno detestato dover votare ogni provvedimento promosso dalla Lega; la Lega ha storto il naso su tutti i provvedimenti dei 5 Stelle. Questo non è un modo che permette di andare avanti. Men che meno ora, che un’altra maggioranza è concretamente possibile.