«Il governo va avanti perché mi rifiuto di pensare che ci siano dei ministri M5S che vogliono aprire i porti all'immigrazione clandestina. Abbiamo lavorato bene per un anno. Non vedo perché dovremmo cambiare opinione». Le parole del vicepremier leghista, Matteo Salvini, a margine di un gazebo a Milano, sono chiare: sullimmigrazione non accetta lezioni o passi indietro dai colleghi di governo. Ed è il tema sul quale il leader del Carroccio sembra minacciare maggiormente la stabilità del governo. «Io sono leale - ha aggiunto - spero che tutti siano leali come ho dimostrato io lealtà in questi 11 mesi». Le sue intenzioni di mantenere la linea dura in tema di migranti sono confermate dalla bozza del decreto sicurezza bis, annunciato ieri in Prefettura a Napoli. Un provvedimento che, da un lato, servirà a dare maggiore risorse gli uomini delle forze dell'ordine e agli uffici giudiziari - «Ci sono 20mila delinquenti in giro per Napoli con sentenze passate in giudicato  - ha detto Salvini - e la Giustizia per mancanza di personale non riesce a proseguire il compito dopo gli arresti» - ma che, principalmente, riguarda il tema delle ong, con unulteriore stretta per impedire i salvataggi in mare. Il decreto conta 12 articoli, tra i quali la cosiddetta norma "spazza clan", con la quale Salvini punta a smaltire l'arretrato nei tribunali (con l'istituzione di un commissario straordinario), ma, soprattutto, un potenziamento delle operazioni sotto copertura per ridurre il numero degli sbarchi. Ma non solo: il nuovo decreto riduce i poteri del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, introducendo una nuova norma in materia di Codice di Navigazione che attribuisce al ministro dell'Interno «la competenza a limitare o vietare il transito e/o la sosta nel mare territoriale qualora sussistano ragioni di ordine e sicurezza pubblica». Il collega grillino, dunque, rimarrebbe competente «le sole finalità di sicurezza della navigazione e di protezione dell'ambiente marino». Stando alla bozza, le navi che, nel corso della navigazione, procedono ad operazioni di soccorso in mare sono tenute ad attenersi agli obblighi previsti dalle Convenzioni internazionali, «con particolare riferimento alle istruzioni operative delle autorità Sar competenti o di quelle dello Stato di bandiera». Nei casi più gravi «e laddove la violazione sia commessa da navi battenti bandiera italiana», il decreto bis prevede la «sospensione da 1 a 12 mesi o la revoca della licenza o dell'autorizzazione» e multe da 3500 a 5500 euro per ogni migrante soccorso. Ma la stretta riguarda anche le manifestazioni e i contestatori, andando a colpire «coloro che si oppongono a pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio attraverso l'utilizzo di scudi o altri oggetti di protezione passiva, di materiali imbrattanti; coloro che utilizzano razzi, fuochi artificiali, petardi od oggetti simili; nonché coloro che fanno ricorso a mazze, bastoni o altri oggetti contundenti». L'articolo 6 prevede inoltre maggiore tutela per gli operatori delle forze di polizia impiegati in servizio di ordine pubblico, attraverso l'inasprimento delle sanzioni ed eliminando «la vigente possibilità di configurare la causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di reato di violenza, resistenza, minaccia e oltraggio commessi a danno di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle proprie funzioni». Sulla bozza del nuovo decreto piovono critiche da parte del Movimento 5 Stelle, secondo cui Salvini si starebbe «spingendo verso temi sempre più estremisti». «Il lavoro da fare adesso - ha commentato Luigi Di Maio nel corso di un'iniziativa del forum delle associazioni familiari a Roma - è sui trattati internazionali per le redistribuzioni dei migranti e per fare questo allearsi con Orban è la cosa peggiore che si può fare».