È stato ufficialmente dichiarato il film più atteso della storia del cinema negli Usa secondo gli esercenti e a giudicare dalle lunghe file nei principali cinema italiani, Avengers: Endgame sembra proprio promettere il tutto esaurito anche nel nostro paese. Se pensiamo che per ora il secondo film più atteso della storia è Star Wars: Il Risveglio della Forza, i conti tornano.

Puntando al record di incassi, il quarto film sugli Avengers e ultimo capitolo della prima parte dei film dedicati ai supereroi Marvel, diretto nuovamente dai fratelli Anthony e Joe Russo, prodotto come sempre da Kevin Feige e durato 11 anni e ben 22 film, supera ogni aspettativa, sorprende, commuove, esalta. Per spiegare il perché del successo planetario di questi cinecomic ( cinefumetti) che hanno guadagnato circa 19 miliardi di dollari e che superano i confini del mondo nerd, di quello cinefilo e di quello adolescente, bisogna fare un passo indietro.

Erano gli anni 60’ quando un giovane Stan Lee ( padre fondatore dell’universo Marvel recentemente scomparso) insieme al disegnatore Jack Kirby, rimodellando il già esistente supereroe Captain America, si inventava letteralmente dei personaggi che sarebbero passati alla storia del fumetto tra cui Hulk, Thor, Iron Man, il Dottor Strange e l'Uomo Ragno. Con tante aggiunte e rivisitazioni, questi eroi dai super poteri, nelle mani del connubio Disney- Marvel, sono diventati protagonisti di una saga multimilionaria che ha acquisito proseliti e fan per una ragione fondamentale: il giusto mix tra commedia sarcastica, epica straordinaria e un’attenzione maniacale per la scrittura.

La squadra dei Vendicatori messa insieme dal direttore dello S. h. i. e. l. d. Nick Fury ( Samuel L. Jackson), dagli Avengers originari, quella composta da Captain America ( Chris Evans), Thor ( Chris Hemsworth), Hulk ( Mark Ruffalo), Iron Man ( Robert Downey Jr), Occhio di Falco ( Jeremy Renner) e Vedova Nera ( Scarlett Johansson) si completa con i Guardiani Della Galassia, Black Panther, Doctor Strange, Spiderman, Ant- man, Captain Marvel e molti altri. Avengers: Infinity War, il penultimo film della saga che ha incassato 2,048,359,754 dollari, ci aveva lasciato con metà dell’umanità svanita nel nulla a causa di Thanos ( un nome, un programma), che con un schiocco di dita rivestite del guanto con le gemme dell’Infinito, aveva realizzato il suo disegno di ridurre il numero di esseri viventi per poter godere tutti di un rinnovamento di risorse che i pianeti dell’universo possono offrire.

Agli Avengers superstiti il compito, in Endgame, di provare a riportare in vita i cari “dissolti” in cenere e magari sconfiggere Thanos una volta e per tutte. Poche righe riassumono la genesi di questo ultimo film e già si possono estrapolare due ragioni che spiegano il successo della saga. La prima è che Avengers è amaramente attuale: le azioni di Thanos evocano il mondo in cui viviamo. Sterminare o dimezzare razze ritenute inferiori, negare la propria parte umana in favore di una “politica” del mors tua vita mea e di deliri di onnipotenza, queste le linee guida di un “villain” come non se ne vedevano da tempo e che trae la sua forza e il suo carisma proprio dalla sua inumana umanità. Josh Brolin, conserva il suo volto, seppur ingigantito e modificato dagli effetti speciali e dona una perfida malinconia ad un cattivo che ha delle ragioni alla base delle sue azioni così radicate nella nostra cultura da far davvero tanta paura. La seconda spiegazione ai consensi sul film è la sua imprevedibilità all’interno di un epilogo prevedibile. Alla fine di Infinity War e fino alla sera del 23 aprile, il web si è riempito di teorie dei fan sul possibile svolgimento del film, su come i vendicatori sarebbero riusciti a riemergere dal caos di desolazione creato da Thanos, su chi sarebbe morto e chi no, con tanto di fumetti alla mano come supporto. Ebbene, hanno avuto tutti ragione e tutti torto, nessuno può uscire scontento ma solo triste, ci si commuove ma non ci si può arrabbiare, ci si lascia dietro la malinconia di qualcosa che si è amato per tanto tempo e ora non ci sarà più, come quelle belle fasi della vita che si ricordano con nostalgia e un sorriso.

Anthony e Joe Russo si sono lasciati guidare dagli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely per non perdere l’occasione di connettere tutti i punti incisi in questi undici anni da Iron Man in poi e lasciare abbastanza tempo, in quelle necessarie 3 ore di film, per dare ai loro personaggi il tempo di chiudere il loro arco narrativo. Gli uomini, Tony Stark-Iron Man in primis e Steve Rogers- Captain America in secundis, diventano più forti solo venendo finalmente a patti con la loro fragilità, con il loro essere stati bambini, figli, innamorati, deboli, incapaci. Le donne, come Vedova Nera di Scarlett Johansson acquisiscono totale consapevolezza del loro essere punti cardine di una famiglia strampalata di supereroi oppure di essere eroine in solitaria, quasi super partes, vedi Captain Marvel, pur essendo capaci di accettare una mano nel momento del bisogno.

Avengers: Endgame conferma di meritare l’appellativo di miglior cinecomic di sempre e non solo, per ancora due motivi. Non c’è una virgola fuori posto nella scrittura. Si è parlato del percorso dei personaggi ma vanno sottolineate anche la capacità comica, le battute ad effetto ed il sarcasmo, per ogni momento pieno di gravitas ce ne sono almeno due dissacranti che però non stonano mai e viaggiano in equilibrio nella storia. Ultimo motivo ma il più importante, Avengers è una gigantesca metafora sul bene e il male, sulla debolezze umane e ultra- umane, sull’amicizia, l’amore, il difficile equilibrio tra interessi personali e il bene comune, tra l’io e il noi ed è soprattutto pura epica, è il Signore degli Anelli versione cinecomic, è Harry Potter, Sparta e Atene e le Guerre Mondiali, moderna mitologia che strizza l’occhio alla storia del passato e all’attualità, è la grandi battaglia dove l’arrivo dei nostri porta ad una gioia senza pari. L’universo dei supereroi Marvel è diventato e si conferma un affare che esula dal mondo dei fumetti e degli appassionati di cinecomics e si trasforma in film per tutti. Che sia arrivato il momento, per chi non lo conoscesse ancora, di recuperare i film precedenti e godersi, seppur in differita, la battaglia finale? A giudicare dalla riuscita di Avengers: Endgame ne vale proprio la pena ed è solo l’inizio.