Al Teatro India di Roma fino al 14 aprile, Mario Martone porta in scena e dirige una nuova versione del suo Tango glaciale reloaded ( 1982 - 2018), spettacolo- manifesto del 1982.

Un cult dell’epoca nel panorama teatrale che segnò un’intera generazione di artisti italiani che furono sollecitati verso la ricerca di linguaggi e forme di sperimentazioni più radicali.

A far vivere uno dei lavori più potenti e coinvolgenti sul palcoscenico i giovani protagonisti: Jozef Gjura, Giulia Odetto e Filippo Porro, nel riallestimento a cura di Raffaele Di Florio e Anna Redi, con le elaborazioni videografiche di Alessandro Papa.

È la storia di un progetto che conferma ancora, dopo oltre 35 anni, il suo carattere rivoluzionario per le geometrie delle scene e delle immagini, dei suoni, delle musiche e l’intreccio delle abili e plastiche perfomancedegli attori che si muovono con un ritmo di vertiginosa freschezza.

Perché segnò una intera generazione di artisti? Nel 1982, al Teatro Nuovo di Napoli, nel cuore dei quartieri spagnoli, debuttava Tango Glaciale con la regia di Mario Martone e in scena c'erano Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Maglietta, tutti esponenti di Falso Movimento, il famoso collettivo di artisti che divenne la più contemporanea espressione della sperimentazione teatrale italiana. «Tango Glaciale – come spiega Martone in un'intervista – racconta l'attraversamento di una casa da parte dei suoi tre abitanti; dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno: un'avventura domestica che si trasforma continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio».

La meccanica visiva dello spettacolo è composta da un sistema di architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti per dodici diverse scenografie, durante un'ora, alla media di un cambio di scena ogni cinque minuti.

In questa griglia spaziale velocissima si svolge il lavoro degli attori.

Congelato, compresso, tesissimo, lo spettacolo scoppiò la sera della prima, tra i vicoli di Napoli, dove la gente s'era accalcata superando i muri di legno e cemento che chiudevano le strade ( ancora adesso, a due anni dal terremoto), si sciolse tra gli applausi che erano nel cuore prima che nel cervello, e nelle nostre lacrime e nell'emozione di tanti».

Oggi Martone riallestisce lo spettacolo connotandolo ancora una volta: dodici ambienti per dodici diverse scenografie realizzate attraverso un’architettura di filmati e diapositive: dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno, e così scrive. «Mi sembrava interessante mettere il lavoro alla prova di una generazione che era lontana dall’essere stata concepita quando lo spettacolo nasceva: gli interpreti di questa versione reloaded sono nati tutti e tre ben dopo il 1982. Tutto è diverso, sono diversi i corpi, il rapporto col genere ( che in Tango Glaciale, due uomini e una donna, si rimescola e si trasfigura continuamente), le mitologie di riferimento ( il cinema, la new wave); è interessante vedere quel che accade a questi attori scaraventati, diversamente da me, da noi di Falso Movimento e dagli spettatori di allora, ma pur sempre scaraventati anch’essi, nella macchina del tempo che è questo Tango Glaciale reloaded. Noi veniamo scaraventati nel passato, stranamente loro nel futuro. Era pur sempre uno spettacolo di fantascienza, Tango Glaciale, come certi racconti di Ray Bradbury». Non perdetelo.

Interventi pittorici e design di Lino Fiorito, ambientazioni grafiche, cartoons Daniele Bigliardo, cinematografia e aiuto– regia Angelo Curti, Pasquale Mari, colonna sonora di Daghi Rondanini, costumi di Ernesto Esposito.

La produzione è della Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Fondazione Nazionale della Danza/ Aterballetto, riallestimento nell’ambito del Progetto RIC. CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/ Novanta ( Ideazione e direzione artistica Marinella Guatterini), in coproduzione con Fondazione Ravenna Manifestazioni, con il sostegno di Torinodanza festival/ Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, in collaborazione con Amat/ Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee/ Fondazione Teatro Comunale di Ferrara / Teatro Pubblico Pugliese - Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura / Fondazione Toscana Spettacolo onlus/ Fondazione Milano – Civica Scuola di Teatro “Paolo Grassi”.