Le diversità di fondo tra Movimento 5 stelle e Lega tornano a farsi evidenti. Il terreno scivoloso, questa volta, è quello Congresso mondiale delle famiglie, che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo, sul quale da giorni aleggiano dubbi e polemiche circa un presunto patrocinio da parte di Palazzo Chigi, poi smentito e ricondotto al solo ministero della Famiglia.

Da un lato c’è il vicepremier Matteo Salvini, che ha risposto un convinto «sì» a chi gli chiedeva conto della sua partecipazione, in bella vista sul portale dell’evento, che cita tra i supporter anche il ministro della Famiglia e della disabilità Lorenzo Fontana, il governatore della Regione Veneto Luca Zaia e del sindaco Federico Sboarina. Dall’altro c’è il collega Luigi Di Maio, che a Di Martedì, rispondendo ad una domanda di Concita De Gregorio, ha parlato di «sfigati», con riferimento al tema della famiglia intesa così come fanno gli estremisti di destra. Un argomento introdotto parlando proprio dell’evento di Verona, ma il riferimento agli sfigati, precisa Di Maio sul proprio profilo, era rivolto «a chi nega l'esistenza della violenza contro le donne e si dice persino contrario a una legge che punta a un inasprimento delle pene, come invece ha proposto il MoVimento 5 Stelle», ha chiarito. Il leader grillino ha poi precisato che Fontana, al congresso, non rappresenterà il governo «ma la sua forza politica», così come la donna come “angelo del focolare” «non rappresenta niente della cultura del M5s. Chi vuole tornare indietro ne risponderà alla storia, neanche agli elettori».

Ma la spaccatura si avverte anche al di là delle prime file. Oltre a Salvini e a Fontana ci saranno il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, il senatore Simone Pillon, che salirà sul palco insieme all’organizzatore del Family day Massimo Gandolfini. E fioccano, intanto, le adesioni anche oltre la destra di governo, con il sì convinto di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

«Io conosco una sola famiglia ed è quella “naturale” - ha commentato la deputata della Lega Donatella Legnaioli - Soprattutto in un momento storico come quello attuale, il ruolo della famiglia è fondamentale: è un perno insostituibile della nostra società». E Zaia, dal canto suo, per scansare ogni futura polemica, ha anticipato la propria condanna nei confronti di chiunque abbia intenzione di fare del congresso «un simposio dell’omofobia».

Tra i Cinque Stelle, invece, è palese il dissenso nei confronti della manifestazione. «Non parteciperò all’evento di Verona e non c’è stato il patrocinio della Presidenza del Consiglio - ha sottolineato il ministro della Salute Giulia Grillo - Non mi piace questa caratterizzazione ideologica che tende a ghettizzare un’altra parte dei cittadini. Io per prima sono una fan accanita della famiglia - ha aggiunto - ma non deve essere un momento di umiliazione o di stigmatizzazione di persone che hanno delle diversità».

A creare polemiche sul presunto patrocinio era stata la presenza, sul sito dell’evento, del logo della presidenza del Consiglio dei ministri. Ma dopo le polemiche erano stati gli stessi organizzatori ad ammettere che a dare il patrocinio era stato soltanto il ministro Fontana e che in assenza di un logo del ministero avevano optato per quello di Palazzo Chigi. A polemizzare era stato il sottosegretario alla presidenza Vincenzo Spadafora, del M5s: «Su alcuni temi - ha dichiarato a Repubblica - le forze che hanno firmato il contratto di governo hanno oggettivamente sensibilità diverse. Alcune posizioni sono fuori dal tempo a prescindere dalla volontà delle forze politiche».

Di fronte ad un futuro di maggiori diritti, «quel che si vede è invece un arretramento. E l’avanzare di una cosa che un tempo era tabù: il razzismo». Dichiarazioni alle quali gli organizzatori hanno subito replicato. «La posizione del congresso delle famiglie è in linea con i principi fissati dalla Costituzione - hanno fatto sapere Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del congresso - per esempio, la promozione dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio ( articolo 29 Costituzione). Scopriamo quindi che la Repubblica riconosce questi diritti e Spadafora no? - si chiedono - Cirinnà e il Pd sono dunque nemici della Costituzione e della maggioranza del popolo italiano, degli operai e gli impiegati, dei liberi professionisti e dei disoccupati che ogni giorno cercano di sbarcare il lunario e di crescere una famiglia?».

L’intento del congresso è «unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società», in quanto la famiglia «è l’istituzione sociale originaria che getta le fondamenta di una società moralmente responsabile».

Ma a prendere parte all’evento saranno anche personaggi per posizioni estreme ed omofobe. Come il presidente moldavo Igor Dodon, che sostiene pubblicamente di non essere il presidente degli omosessuali, l’arciprete ortodosso russo Dmitri Smirnov, che considera i gay alla stregua di una «peste contagiosa», fino all’ugandese Lucy Akello, ministro ombra per lo Sviluppo sociale, che proponeva «l’ergastolo per l’omosessualità aggravata» e la prigione per i «complici».