Sul Corriere della Sera ( edizione di Roma) ho letto un servizio che parla di uno studio della Uil in collaborazione con Eures ( agenzia di ricerca) sul lavoro. Ci fa sapere che nel Lazio sono circa 200 mila i lavoratori in nero soprattutto stranieri. Sono impiegati nel terziario e nei servizi. Molti sono occupati nell’agricoltura, altri nelle strutture alberghiere, nei ristoranti, in negozi e altre attività commerciali, nell’edilizia e nelle famiglie. Dal 2013 al 2017 si registra un aumento di questi lavoratori in nero pari al 13%. Si tratta di un quinto di tutti i lavoratori del Lazio.

Stiamo parlando di un fenomeno che, però, è su scala nazionale. E che tocca, in maggioranza, lavoratori stranieri. E tra loro aumentano gli incidenti sul lavoro. Il dirigente della Uil Lazio, Alberto Civica, giustamente osserva che il decreto sicurezza voluto dal ministro Salvini, fatto proprio dal ministro del Lavoro Di Maio e da tutto il governo, accrescerà questa illegalità perché le limitazioni imposte e le forti difficoltà burocratiche nel rinnovo dei permessi do soggiorno stanno già trasformando in irregolari molte posizioni che erano a norma. Ma, nello stesso tempo, questi dati ci dicono che anche questi immigrarti, sfruttati e senza contratto, sostengono l’economia italiana. Se si tiene conto del fatto che ci sono poi gli immigrati con contratto e lavoratori autonomi, occorre dire che reggono tutti insieme l’economia italiana assicurando la loro presenza in tante famiglie con i ruoli di badante, baby sitter e colf.

Questo quadro ci dice che la campagna razzista di Salvini e del leghismo, la guerriglia contro gli immigrati è vergognosa perché nega una realtà che è economica, sociale e civile. Il ministro del Lavoro, Di Maio, che aveva abolito la povertà, non ha speso mai una parola sulla condizione di queste centinaia di migliaia di lavoratori che sono anche poveri. Infine: devo lodare certamente l’iniziativa della Uil- Lazio che ha fatto emergere questa realtà regionale. Ma voglio anche dire a tutti i sindacati che occorre organizzare una lotta nazionale contro questa vergogna non solo per toglierla di mezzo ma anche per fare capire a tutti quali sono le conseguenze che produce la campagna salviniana e governativa sugli immigrati che ha sollecitato e incrementato gli impulsi razzisti.