"Il problema non è la Tav, il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che il nuovo governo non sta ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattivà. Questo è il punto principale, non è la Tav, un’opera o l’altra».

La doccia gelata, e forse inaspettata, arriva dal ministro dell’Economia Giovanni Tria. Ospite del programma Quarta Repubblica, il ministro dell’Economia ha poi ammesso di sentirsi più solo: «Si sente la mancanza del ministro Paolo Savona. Con lui avevo un dialogo sempre utile».

Poi la replica, decisamente piccata, a chi insiste nell’annunciare e prevedere una manovra correttiva: «Questa storia è quasi una fissazione, non la capisco - ha sbotttato il ministro -. Noi siamo tra la stagnazione e la recessione.

Cosa si intende per manovra correttiva? Più tasse e meno spesa. - ha aggiunto Tria - Mi chiedo, in una situazione come quella dell’Italia e dell’ Europea se è utile? Non bisogna essere keynesiani per capire che non è il momento».

E sulla questione delle riserve auree è chiarissimo: «Bankitalia non può dare oro all’Italia perchè sarebbero aiuti di Stato. Solo la Banca Centrale Europea può disporre delle risorse auree».

Infine la polemica contro chi esulta per le disgrazie italiane: «C’è un atteggiamento come in Francia» durante la Rivoluzione francese «con le tricoteuses, che applaudivano quando veniva tagliata una testa con la ghigliottina. In Italia quando arriva una notizia negativa, tutti godono.

Fitch ad esempio - ha spiegato - non ha fatto un downgrade e tutti sono delusi. Siamo tutti italiani, è legittimo odiare un governo ma non si possono dire cose contro l’economia dell’Italia.

Perché - ha concluso - se questa va male, va male tutto». Infine la questione Alitalia: «Non deve essere resa pubblica, deve trovare una soluzione di mercato.

Ho dato la disponibilità a un intervento del governo per aiutare, a condizione che ci sia un piano industriale che regga».

Qanto alla percentuale del 15% di quota per l’ingresso del Mef nella compagnia aerea, Tria ha tagliato corto: «Non c’è un 15%, perché sarebbe il 15% di cosa? Io - ha concluso - non ho ancora avuto cifre».