Una vita in vacanza o quasi. Nella sua particolarissima interpretazione del ruolo presidenziale, dalle elezioni di midterm dello scorso novembre, Donald Trump ha trascorso circa il 60% delle sue giornate lavorative svolgendo non meglio specificati «impegni esecutivi», cioè in attività che non hanno nulla a che vedere con il suo ruolo istituzionale. È quanto registra il portale d’informazione Axios, che ha ottenuto da una fonte della Casa Bianca le copie delle agende riservate degli ultimi cinquanta giorni lavorativi. Un periodo indicativo di quella che è stata la tendenza dal giorno del suo insediamento a Washington.

Giornate lavorative che non iniziano mai prima delle 11, dal momento che Trump, che si sveglia solitamente alle 6 come prova la sua propensione ai tweet mattutini, trascorre la mattinate nella sua residenza guardando la tv, una delle sue attività preferite, leggendo i giornali ed ovviamente twittando.

Secondo quanto pubblicato da Axios sono quindi 297 le ore di executive time, una formula che, secondo quanto già rivelato in passato dei media americani, viene usata per tenere segreti alcuni incontri al suo stesso staff, nel timore di fughe di notizie. Sono invece appena 77 le ore che l’inquilino della Casa Bianca ha dedicato ad incontri «per la discussione di politiche e strategie legislative» ed interviste.

«Sta sempre al telefono con qualcuno, sempre parlando con qualcuno, impegnato in qualcosa», ha dichiarato una fonte ad Axios ammettendo che comunque il modo di lavorare del presidente non corrisponde «al modo tipicamente strutturato» dei suoi predecessori.

Barack Obama, per esempio, pubblicava ogni giorno l’elenco dettagliato degli incontri, in media sei, che aveva compresi i briefing di intelligence e con i consiglieri economici. Anche George Bush era molto metodico e soprattutto mattutino, e di solito arrivava allo Studio Ovale entro le 6.45.

In una dichiarazione ad Axios la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, rivendica che «il presidente Trump ha uno stile di leadership diversa da quella dei suoi predecessori ed i risultati parlano da soli».

Mentre Madeleine Westerhout, funzionaria della Casa Bianca responsabile dello Studio Ovale, ha condannato la diffusione delle agende del presidente. «Quello che questo non mostrano sono le centinaia di telefonate ed incontri che fa ogni giorno - ha twittato - questo è il presidente che sta lavorando più di ogni altro nella storia recente per il popolo americano».

Per coprire l’imbarazzo la Casa Bianca da una parte ha accusato  Axios di una « vergognosa violazione della privacy del presidente», dall'altra ha lanciato la caccia alla misteriosa talpa.