«Chi ha voluto colpirmi lo ha fatto in risposta al mio impegno quotidiano in difesa delle donne e dei più deboli». Non ha dubbi l’avvocata Simona Giannangeli, presidente dell’Associazione Donatella Tellini- Centro Antiviolenza per le Donne dell’Aquila, su chi possa essere stato l’autore dell’atto vandalico che ha coinvolto la sua autovettura.

Avvocata, può raccontarci cosa è successo?

Lunedì scorso, dopo essere stata al Palazzo di Giustizia dell’Aquila, nell’andare a riprendere la mia auto nel parcheggio antistante, ho scoperto che tutte le gomme erano state tagliate con un punteruolo. Premetto che già il 9 gennaio, sempre all’esterno del Palazzo di Giustizia, avevo rinvenuto una gomma a terra. Da una verifica era emerso che la valvola era stata spezzata.

Due episodi a distanza di poco tempo. Ha fatto denuncia?

Sì, ho fatto denuncia. Ma sarà difficile risalire all’autore del gesto in quanto il parcheggio non è video sorvegliato.

Ci sono dei testimoni?

La polizia sta facendo le indagini. Non saprei dirle.

Perché è convinta che l’autore del gesto sia un uomo?

Da oltre venticinque anni assisto donne oggetto di violenze e minacce da parte degli uomini. So bene che questi atti sono l’espressione di quella sottocultura violenta, maschilista e retrograda contro la quale lotto da sempre. Un’azione squallida e meschina, come quella di bucare le gomme dell'auto di una avvocata impegnata nella difesa dei diritti, può essere compiuta solo da chi non conosce altro strumento che quello dell’intimidazione. Non è il gesto, mi passi la parola, di un “cretino”. A tutti quelli mi stanno chiedendo come faccio ad essere certa che il responsabile sia stato un uomo, rispondo che lo so e basta.

Lei ha difeso tante donne. Ma è impegnata anche nella tutela dei migranti e delle vittime del sisma del 2009. Ha pensato per un attimo di smettere?

Questi atti vergognosi non mi faranno desistere dal continuare a svolgere il mio lavoro con coerenza e determinazione, contro ogni forma di sopraffazione e violenza.

Questi atti vergognosi rafforzano ulteriormente il mio convincimento della necessità di lottare, fuori e dentro le aule di giustizia, contro ogni forma di violenza maschile contro le donne. Questi gesti non mi intimidiscono né mi faranno arretrare di un passo.

Il primo ad esprimere solidarietà a Simona Giannangeli è stato il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo. «Conosco Simona da tanti anni e so con quale rigore porta avanti il suo impegno sul piano sociale, civile e professionale. Chi ha tagliato le gomme a Simona evidentemente è infastidito dalla determinazione nel difendere i diritti delle donne e più in generale di chi subisce violenze e ingiustizie. Simona è una compagna femminista che non si lascia certo intimidire da qualche vigliacco», ha dichiarato Acerbo. «Penso che l’intera comunità aquilana e abruzzese - ha aggiunto - debba esserle vicina. Auspico che magistratura e forze dell’ordine individuino i soggetti che la minacciano».