Scende dall'automezzo della Polizia penitenziaria che lo aveva riportato in carcere dopo una visita medica all'ospedale, riesce a divincolarsi e a eludere il controllo degli agenti per poi fuggire in strada mentre il cancello di accesso alla struttura si stava chiudendo. A pochi metri dal cancello viene però subito prontamente bloccato da tre agenti della polizia penitenziario. Oramai era si era fermato, ma uno dei tre agenti lo percuote, scarrella la sua pistola di ordinanza e la punta sulle tempie. Gli altri agenti però lo fermano, cercano di calmarlo.

Un episodio che probabilmente sarebbe rimasto nell’ombra se non fosse stato ripreso da un anonimo tramite lo smartphone e caricato in rete. È accaduto nel primo pomeriggio di mercoledì a Campobasso, nel Molise. Non si è fatta attendere la denuncia del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria tramite le parole del capo Francesco Basentini. «Non sono assolutamente ammissibili atteggiamenti di quel tipo, soprattutto perché - spiega il capo del Dap il soggetto in questione, una volta arresosi, era ormai nella piena disponibilità dei tre agenti ritratti nel video, pronti a immobilizzarlo con le manette». Basentini poi prosegue: «Ringrazio l'agente che è intervenuto con determinazione e fermezza per riprendere l'atteggiamento deplorevole del suo collega», e conclude: «Nei confronti di quest'ultimo, svolti gli accertamenti necessari, saranno immediatamente presi i provvedimenti del caso».

Il Garante nazionale delle persone private della libertà stigmatizza l’accaduto e sottolinea: «La posizione assunta dall’Amministrazione in questa occasione lascia capire che nessun messaggio di impunità sarà dato nei confronti di chi abbia commesso comportamenti violenti o lesivi della dignità delle persone, una volta che queste siano private della loro libertà personale. Ciò a tutela della grande maggioranza del personale di Polizia che agisce nel pieno rispetto delle regole e dei propri doveri, come nel caso dell’agente che ieri è intervenuto per fermare chi agiva con violenza».

Interviene anche il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria ( Spp), Aldo Di Giacomo. «Siamo contro ogni forma di violenza. Questo è un episodio che va stigmatizzato - afferma il sindacalista- ma che evidentemente è riconducibile allo stress a cui vanno incontro gli agenti. Sarà l'amministrazione penitenziaria a valutare eventuali iniziative, che andremo sicuramente a contrastare in quanto tutti i giorni all'interno delle carceri siamo costretti a subire violenze inaudite. Tutto questo - aggiunge - senza voler giustificare altre violenze».

A stigmatizzare l'episodio è anche Patrizio Gonnella di Antigone. «Apprezziamo l'iniziativa del Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria che prontamente ha avviato gli accertamenti necessari sul fatto e un'eventuale azione disciplinare nei confronti dell'agente della polizia penitenziaria coinvolto». In particolar modo interviene Antigone della regione Molise che approfitta per ricordare le criticità della struttura di carceraria di Campobasso sottolineando che, con l’aggiunta della mancanza di spazi minimi di risocializzazione, «determinano continue tensioni che possono sfociare, come accade spesso in episodi drammatici». Ma aggiunge anche che tale episodio contrasta con un clima di più esteso controllo “umano” ampiamente gestito all'interno del carcere di Campobasso, nel quale anche Antigone «quotidianamente in corretta sinergia con la direzione della struttura di detenzione, un proficuo lavoro di monitoraggio sulle condizioni e sui diritti dei detenuti» .