«Mi permetta di citare Tommaso d’Aquino. Non un leghista cattivo: uno dei massimi pensatori della tradizione cristiana. Nel Catechismo della Chiesa cattolica spiega: ‘ La legittima difesa, oltre che un diritto, può anche essere un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri’. Noi ci ispiriamo a questo. Siamo vicini a chi è aggredito e costretto a difendersi perché sappiamo che proteggere l’incolumità delle persone care, oltre che la propria, è appunto un diritto e anche un dovere». Andrea Ostellari è il senatore leghista che ha materialmente scritto la nuova legittima difesa. E non si limita ad annunciarne il segno di vicinanza ai cittadini. La difende dettaglio per dettaglio, anche dall’accusa di «poter legittimare l’omicidio» formulata poche ore prima dal presidente dell’Anm Francesco Minisci. «Sarà uno strumento utile innanzitutto ai magistrati per pervenire in tempi più rapidi e in modo migliore a quelle archiviazioni e a quei proscioglimenti ai quali oggi si arriva dopo lunghissimo tempo», dice Ostellari, che a Palazzo Madama è il presidente della commissione Giustizia.

È plausibile che la magistratura tema anche le aspettative suscitate dalla vostra legge. Nel senso che è preoccupata dal rischio di pesanti contestazioni nei confronti di pm e giudici in eventuali casi in cui, nonostante la riforma, i procedimenti per legittima difesa durassero comunque a lungo. Se la sente di rassicurare i magistrati sul fatto che non saranno oggetto di contestazioni?

Guardi, io credo che la nostra maggioranza di governo, e in particolare noi della Lega che abbiamo spinto questa riforma, consegniamo ai magistrati una nuova formulazione degli articoli 52 e 55 tale da non dover più perdere troppo tempo e da poter chiudere le indagini con una certa tempestività. Ai cittadini sarà evitato lo stillicidio di processi lunghi come è avvenuto per esempio al tabaccaio di Padova Franco Birolo. Basta leggere il testo per comprendere cos’è che ci aspettiamo. Qui non c’entra la disponibilità a una maggiore comprensione per i giudici: semplicemente siamo convinti che le nuove norme consentiranno di arrivare all’archiviazione in tempi ragionevoli.

Le indagini ovviamente ci saranno, insomma, ma voi ritenete improbabile che con queste norme possano esserci rinvii a giudizio per eccesso colposo di legittima difesa.

Sarà molto ma molto difficile che una persona possa essere rinviata a giudizio per essersi difesa. E le archiviazioni che oggi arrivano dopo tantissimo tempo saranno richieste in tempi ragionevoli. Oltretutto, se si legge con attenzione la nuova formulazione dell’articolo 55, si vede che di fatto noi abbiamo eliminato l’eccesso colposo. Quel tipo di condotta non è più punibile.

Naturalmente parliamo di chi reagisce di fronte al pericolo di aggressione, non di poter essere assolti dopo aver sparato a qualcuno che aveva varcato la soglia per altri motivi.

Appunto: parliamo di tutela per le condotte incorniciate all’articolo 52 e all’articolo 55 del codice penale. In coerenza con quanto previsto in molti Paesi europei. A cominciare dalla Germania: il nuovo articolo 55, con la non punibilità in caso di grave turbamento suscitato dalla situazione di pericolo, è tratto dall’esperienza del sistema tedesco. Non c’è alcun allarme per il diritto europeo e soprattutto non ci sarà affatto il far west. Abbiamo affermato in maniera chiara e netta che lo Stato è a fianco del cittadino costretto a difendersi di fronte a minaccia di uso di armi e a violenza, non abbiamo incoraggiato a sparare a chi passa per strada.

Il presidente del Cnf Mascherin ha detto: l’importante è che il magistrato verifichi sempre l’effettiva necessità della reazione e l’attualità del pericolo, in modo da applicare le norme in modo costituzionalmente orientato.

La riforma è assolutamente in linea con la nostra Costituzione: non abbiamo alcuna incertezza, a riguardo. L’abbiamo esaminata con attenzione. Con queste modifiche abbiamo voluto definire il perimetro dell’accertamento giudiziario in relazione a casi nei quali prima c’erano troppe ombre. Non c’è alcuna legalizzazione dell’omicidio, come si è sentito dire.

Il presidente dell’Anm ha detto che considerare “sempre legittima” la difesa del domicilio in caso di “minaccia di uso di mezzi di coazione fisica” può consentire di assolvere chi spara a un ladro che provava a forzare il cancello col cacciavite.

Il magistrato può fare tutte le sue ipotesi, ma noi dobbiamo chiederci chi vogliamo difendere. Se un ladro rompe il cancello e minaccia di rivolgere un’arma contro di te, tu non puoi chiedergli di dirti cos’ha veramente in tasca, prima di decidere se difenderti o no. Ecco perché noi abbiamo scritto “minaccia di uso di armi” e non “ con armi”: se qualcuno minaccia di colpirmi, non è che posso essere legittimato a difendermi solo dopo aver visto qual è l’arma che ha in mano. Insomma: non parliamo di chi scavalca un cancello, ma di attacco alla vita tua e dei tuoi familiari.

Ma tutti quei “sempre” inseriti all’articolo 52 sulla “difesa legittima” potrebbero indurre qualcuno a credere che è libero di sparare?

No, guardi: la legittima difesa si pratica non necessariamente con un’arma. Chi ancora l’ha in casa può finire per affidarsi anche a un mattarello, per cercare di difendersi da un’aggressione. Questo per dire che non parliamo di cittadini pistoleri ma di gente che si trova in pericolo. Dire “legittima difesa uguale sparare” è sbagliato. Vuol dire difendersi. Esercitare un diritto che dal mio punto di vista è anche un dovere, come insegna Tommaso d’Aquino.