«L’ Organo di autogoverno della magistratura non è la terza Camera. Vorrei che fosse chiaro a tutti», dichiara il togato di Area Giuseppe Cascini, presidente della Sesta Commissione del Csm, all’indomani dell’approvazione in Plenum del parere sul ddl “spazza corrotti”. Diverse le criticità evidenziate dal Csm. In particolare, con il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di assoluzione che di condanna, si rischierebbe un «allungamento dei processi», e questo, di conseguenza, «aggraverebbe il vulnus al principio di cui all’articolo 111 della Costituzione» e «darebbe luogo ad una potenziale lesione del diritto di difesa dell’imputato garantito dall’articolo 24 della Costituzione» .

Presidente, il parere del Csm, come era facilmente immaginabile, sta facendo molto discutere. Molti commentatori sono conviti che avete voluto bocciare il Governo giallo- verde.

Guardi, vorrei approfittare di questa occasione per ricostruire quanto accaduto.

Prego.

Il ministro della Giustizia ha trasmesso al Csm lo scorso ottobre il ddl anticorruzione per un parere. La Commissione che presiedo ha dato un semplice contributo tecnico per evitare eventuali criticità derivanti dall’applicazione delle nuove norme. Abbiamo analizzato le future ricadute sul sistema giudiziario. Nessun di noi ha intenzione di sostituirsi al legislatore. L’iniziativa legislativa spetta al Parlamento ed il Governo è autonomo nelle scelte di politica giudiziaria.

Su questo parere, però, si è aperta una polemica. Alcuni consiglieri hanno criticato il fatto che fosse stato reso pubblico prima dell’approvazione in Plenum.

I pareri, prima di arrivare in Plenum, deve essere votati in Commissione. Una volta che questo passaggio è stato effettuato, sono pubblicati sul sito del Csm e, quindi, accessibili a chiunque. E’ un fatto di trasparenza. Chi ha paura delle idee altrui, forse, non si sente sicuro delle proprie.

Ma è una bocciatura o no la vostra?

Le ricostruzioni giornalistiche puntano a semplificare analisi complesse. Come in questo caso. Io credo che sia un parere molto equilibrato in cui ci si è limitati ad effettuare delle osservazioni di buon senso. I tempi dei processi sono già lunghi. Sarebbero diventati ancora più lunghi, con forti criticità nella fase d’appello.

Dunque nessun stop al Governo?

Il Csm non è a favore o contro il Governo del momento.

La prescrizione è un problema serio?

E’ il fallimento dello Stato che non è riuscito a garantire la celebrazione di un processo. Non credo si possa essere contenti di questa incapacità. I tempi del processo penale sono intollerabilmente lunghi. Bisogna accorciali, non fare il contrario.

Le è stato procuratore aggiunto a Roma. Dal suo osservatorio cosa si sentirebbe di dire al riguardo?

Il processo penale ha ormai trent’anni. Ed è chiaro che non funziona. I motivi sono diversi e sono stati abbondantemente sottolineati. Penso, ad esempio, al fallimento dei riti alternativi. Il dibattimento ordinario doveva essere l’eccezione ed invece è accaduto l’esatto contrario. Urge una riforma. Però in maniera organica.

Ed e così difficile?

Noi veniamo del periodo delle leggi “ad personam”, il cui unico scopo era quello di creare ostacoli al processo

Di contro ci sono state anche iniziative legislative che hanno limitato i diritti e le garanzie dell’imputato….

E anche questo non va bene.

Il togato di Magistratura indipendente, Corrado Cartoni, ha dichiarato che il Parlamento, per correttezza istituzionale, doveva attendere il parere del Csm prima della votazione definitiva.

Io non credo si possa arrivare a tanto. Penso che per il futuro, però, si potrebbe agire in maniera.

Ad esempio?

Il ministro della Giustizia, conoscendo le tempistiche dei lavori dell’aula, può indicare una data entro la quale il Csm deve esprimere il parere. Ritengo sia fattibile in un contesto di leale collaborazione.

Oltre centro professori di diritto hanno scritto un appello al presidente della Repubblica affinchè non firmi il ddl “spazza corrotti”. Cosa pensa?

Il mio ruolo istituzionale non consente sul punto di esprimere giudizi.