« Temete l’ira dei giusti». Inizia così il post con cui Matteo Salvini commenta le notizie che arrivano da Genova, dove il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della Procura, autorizzando il sequestro dei fondi della Lega.

Gli inquirenti cercano 49 milioni di euro milioni di euro di rimborsi elettorali non dovuti per cui sono stati condannati in primo grado l’ex segretario Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito. Il sequestro preventivo ha «il fine di ristabilire l’equilibrio economico alterato dalla condotta illecita», scrivono i giudici del Riesame, convinti che il partito di Salvini abbia tratto unindiscutibile vantaggio patrimoniale dalle somme confluite nelle sue casse. Ma il ministro dell’Interno non gradisce affatto il responso che di fatto congela l’attività politica della Lega. «Lavoro per la sicurezza degli Italiani e mi indagano per sequestro di persona ( 30 anni di carcere), lavoro per cambiare l’Italia e l’Europa e mi bloccano tutti i conti correnti, per presunti errori di dieci anni fa», scrive sui social. «Se qualcuno pensa di fermarmi o spaventarmi ha capito male, io non mollo e lavoro con ancora più voglia. Sorridente e incazzato». I toni prudenti di qualche giorno fa hanno lasciato il posto a un attacco duro nei confronti della magistratura. «Se vogliono toglierci tutto facciano pure, gli italiani sono con noi», ammonisce il vice premie. «Spero che la procura di Genova impegni il suo tempo sul disastro dell’austrostrada». Anche se Salvini si dichiara assolutamente «tranquillo», la notizia imbarazza comunque la maggioranza di governo. Il Movimento 5 Stelle, da sempre paladino della legalità senza se e senza ma, si sente in dovere di scagionare l’alleato di governo tra i mugugni dell’ala dura e pura del partito. «I fatti riguardano il periodo antecedente alla gestione della Lega da parte di Matteo Salvini», dice il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, assicurando tutti sulla tenuta del governo. La sentenza «fornisce ai magistrati tutti gli strumenti per reperire i fondi. Come ho sempre detto in questo momento i fatti di cui viene accusata Lega risalgono ai tempi di Bossi.

Le sentenze si rispettano e si va avanti», dice il capo grillino, in sintonia con quanto dichiarato poco prima dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che poco prima aveva preso atto di come «diventa difficile svolgere l’attività politica nel momento in cui non c’è la possibilità di avere risorse finanziarie».

Ma se il governo fa quadrato attorno al segretario del Carroccio, per le opposizioni di sinistra il sequestro dei conti diventa il pretesto per attaccare a testa bassa la maggioranza. «Ufficiale: la Lega Ladrona ha fatto sparire 49milioni», twitta Matteo Renzi. «Salvini dice: “Mi spiace, non li ho più, ma tanto gli italiani sono con noi”. Ma come? Qui si parla di sentenza, non di sondaggi. Un Ministro non rispetta una sentenza? E i cinque stelle? Tutti zitti per tenersi la poltrona?». Poco dopo tocca a Maria Elena Boschi rilanciare: «Mi hanno massacrata due anni per un incontro con un dirigente di banca. Per un incontro! Se invece rubassi 49 milioni e mi rifiutassi di restituirli, cosa mi farebbero? Lega Ladrona», scive sui social l’ex ministra. E per il coordinatore di Mdp, Roberto Speranza, «nessuno può sentirsi al di sopra della legge per le funzioni che ricopre o il consenso che ha».

Con la Lega si schiera invece apertamente tutto il vecchio centro destra. La capogruppo dei deputati azzurri, Mariastella Gelmini, esprime piena «solidarietà agli amici ed alleati del Carroccio», dice. «Trovo ingiusto che un movimento politico paghi un conto così salato a causa di comportamenti personali di ex dirigenti. Una comunità non può rispondere di colpe dei singoli. Non si può sequestrare un partito». Anche Giorgia Meloni si schiera senza indugi: «Non sarà una sentenza ingiusta a fermare l’azione politica di un partito», dice la leader di Fd’I.