L'emendamento all'interno del decreto Milleproroghe che fa slittare l'obbligo di presentare i certificati vaccinali per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia e ai nidi apre il primo fronte polemico all'interno del gruppo parlamentare dei 5 Stelle e anche i medici si schierano contro. "Lanciamo un appello al parlamento perchè rispetti la scienza. L'emendamento non risponde all'evidenza scientifica circa la necessità delle vaccinazioni", dice il presidente dell'Ordine dei medici Filippo Anelli, della Federazione nazionale degli ordini dei medici. Tanto che, per tentare di calmare le acque, interviene anche la ministra della Salute 5 Stelle, Giulia Grillo: "Rispetto alla proposta di iniziativa parlamentare e, non governativa, lo sottolineo a scanso di ogni equivoco, che proroga i termini già previsti dal decreto Lorenzin, ribadisco che i bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni. È stata sospesa per un anno una delle tre forme sanzionatorie previste dalla stessa legge, che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati agli asili nido e alle scuole materne. Nessun passo indietro sull'obbligo vaccinale". Il dissenso è cresciuto anche all'interno del gruppo parlamentare, con due rappresentanti del Movimento che votano contro alle indicazioni del gruppo. Il deputato Giorgio Trizzino, direttore dell'ospedale civico di Palermo ha scritto, giustificando il suo voto controcorrente: " Da quasi 40 anni lavoro in un ospedale pediatrico ed ho visto bambini morire a causa di morbillo, meningite, ma non ho mai visto bambini perdere la vita a causa di complicanze post vacciniche". A lui, condividendo le posizioni, si è aggiunta anche la senatrice Elena Fattori. Sul fronte nazionale, infine, contro lo slittamento si mobilitano anche le singole regioni. La prima è la Campania, attraverso il governatore dem Vincenzo De Luca: "Esprimo la netta contrarietà al rinvio dell'obbligo sui vaccini, che rischia di determinare un danno enorme alla salute dei più fragili. La Regione Campania verificherà la possibilità di norme legislative autonome in relazione alla necessità di mantenere gli obiettivi. Intanto partirà un'ulteriore verifica attenta dell'Anagrafe delle vaccinazioni. Le famiglie inadempienti saranno escluse da misure sociali di sostegno che rientrano nelle competenze della Regione, a cominciare dal contributo per gli asili nido. Per il resto non arretreremo di un millimetro per mantenere alti i livelli di vaccinazioni in Campania". A seguirlo, anche il Piemonte di Chiamparino: «Bando alle ipocrisie - ha spiegato lassessore Antonio Saitta -. La proroga votata al Senato non è un semplice passaggio burocratico ma lo stop ad un percorso, la mancanza delle anagrafi vaccinali soltanto un alibi: in Italia ci sono situazioni diverse, è vero, ma il quadro di chi vaccina i propri figli e chi no ormai è noto. Rimettere in discussione il decreto significa lanciare un messaggio devastante alle famiglie che si sono messe in regola, con senso di responsabilità e grazie agli sforzi delle Regioni e delle Asl»