Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha ricevuto ieri i rappresentanti di tutte le associazioni forensi riconosciute, accompagnate all’incontro dal presidente del Cnf, Andrea Mascherin. Il Guardasigilli ha immediatamente ribadito la sua ferma volontà di proseguire il suo mandato utilizzando il metodo di un ascolto attento delle parti in causa per tutte le tematiche della galassia giustizia, riconoscendo pari dignità alla magistratura e all’avvocatura. Successivamente, ogni associazione ha potuto esprimersi sulle priorità: in linea generale, tutte hanno ribadito come sia necessario dare al più presto attuazione al decreto ministeriale in materia di specializzazioni e come sia impellente una riforma della normativa sul patrocinio a spese dello Stato. Ognuna, poi, si è soffermata sui propri temi specifici di competenza. L’Unione camere penali italiane ha espresso le sue perplessità in merito alle anticipazioni giornalistiche legate all’intervento sulla prescrizione ed espresso riserve sull’intervento del governo in materia di ordinamento peniten- ziario, esponendo i propri dubbi sulla sua costituzionalità. Le Camere civili hanno sottolineato l’importanza di semplificare il sistema dei riti civili, prestando però attenzione alle specifiche forme del processo e tenendo presenti le esigenze diverse delle singole materie. Gli amministrativisti hanno segnalato come il contributo unico sia diventato un onere ormai insostenibile per il cittadino e l’impresa che debba ricorrere al giudice amministrativo. I tributaristi hanno evidenziato l’esigenza di intervenire sulla riforma del processo tributario, in particolare tenendo ben presente il sovraccarico in Cassazione, dove oltre il 50% dei ricorsi è destinato alle sezioni tributarie.

I familiaristi ( Aiaf, Cammino, Ami, Ondif, Uncm) hanno sottoposto al ministro l’esigenza di riconoscere e valorizzare la specializzazione del giudice di famiglia, contestualmente semplificando i riti in materia familiare. I giuslavoristi, invece, hanno posto le questioni dell’abolizione del cosiddetto “rito Fornero” per impugnare i licenziamenti ritenuti illegittimi e dell’estensione della negoziazione assistita anche alle controversie di lavoro. L’Associazione italiana giovani avvocati, invece, ha sollecitato una riflessione sui parametri minimi, legandoli alla normativa sull’equo compenso e chiesto un atto di intervento in merito all’accesso alla professione.

Il presidente Mascherin - nel confermare quanto esposto dalle associazioni - ha segnalato la necessità di prorogare le sezioni distaccate del Tribunale di Lipari e Portoferraio e si è soffermato sull’eventuale proroga in merito all’esame di avvocato, osservando come «essa sia negativa se fine a se stessa, mentre può essere utile se il tempo guadagnato viene impegnato per migliorare il sistema dell’accesso». Anche il Cnf, infatti, ritiene che esistano aspetti da migliorare, a partire dalla «necessità di sdrammatizzare l’esame di abilitazione, a fronte di un utile percorso formativo nelle Scuole forensi». A questo proposito, il ministro Bonafede ha concordato sul fatto che le eventuali proroghe non dovranno essere sprecate ma sfruttate per migliorare il sistema. Mascherin ha inoltre osservato come dall’incontro siano emersi alcuni punti di sintonia tra il ministero e le componenti dell’avvocatura istituzionale e associativa, ma anche alcune criticità, in particolare in merito ad alcuni possibili interventi in materia penale, «ma ogni tematica andrà approfondita attraverso un dialogo costruttivo, proprio come quello che oggi abbiamo iniziato».