L’ impatto mediatico delle norme di ambito giuslavoristico ha egemonizzato, finora, la discussione sul decreto “Dignità”. Sembrano finiti in secondo piano gli interventi definiti in campo fiscale ( al momento non ancora in via ufficiale). Si tratta delle misure previste al Titolo quarto del decreto, almeno a volersi attenere al testo esaminato in Consiglio dei ministri. In particolare agli articoli 9, 10 e 11, contenenti “disposizioni in materia di redditometro”, di “invio dei dati delle fatture emesse e ricevute” e di “Split payment”. Punti sui quali non si è fatta attendere una nota dell’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi ( Uncat), in cui si muovono diversi rilievi. «In attesa di leggere il testo del decreto in Gazzetta Ufficiale», recita il comunicato, «l’Uncat rileva che le deroghe allo Statuto del contribuente, introdotte in merito all’iper- ammortamento e al credito d’imposta per ricerca e sviluppo, contraddicono gli obiettivi più volte conclamati dal governo di semplificare il sistema fiscale e mettono in difficoltà la programmazione fiscale ed economica delle realtà produttive. Ancora una volta», commentano gli avvocati tributaristi, «assistiamo allo stravolgimento dello Statuto del contribuente, base legislativa per assicurare la certezza del diritto nei rapporti fisco- cittadini». E ancora, «in ordine alle misure di semplificazione fiscale», prosegue la nota, «la norma sul redditometro interviene solo sulle modalità di definizione degli indici indicativi ma nulla sposta sul metodo di accertamento; quella sullo spesometro differisce solo l’invio dei dati; la soppressione dello split payment a favore dei professionisti, apprezzabile nella misura in cui si propone di andare nel senso di un alleggerimento del peso burocratico su di loro gravante, è inutile in quanto la creazione del credito di imposta nei confronti della Pa è evento raro; mentre il suo mantenimento nei confronti delle imprese determina il permanere della crisi di liquidità da sempre denunciato nei confronti di questa disposizione a causa degli inadempimenti della PA». Perciò l’Unione delle Camere degli avvocati tributaristi auspica che «il tema della semplificazione fiscale, al di là delle definizioni formali, diventi veramente sostanziale».

E. N.